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L’associazione L214 pubblica un nuovo video che mostra animali maltrattati con estrema crudeltà nei macelli francesi. La sinistra ottiene un’inchiesta.
L’Assemblea Nazionale francese ha deciso di aprire una commissione d’inchiesta parlamentare in merito alle condizioni dei macelli francesi. La decisione arriva dopo la pubblicazione di due filmati girati in due stabilimenti nelle cittadine francesi di Alès e Vigan, nella regione Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées che hanno sollevato uno scandalo e suscitato ampie proteste.
I video – pubblicati dall’associazione L214 – mostrano infatti animali maltrattati in modo abominevole, che nei due centri vengono lasciati appesi vivi al soffitto, gettati con violenza contro paratie di metallo, sgozzati quando ancora coscienti, storditi per mezzo di scariche elettriche, asfissiati con biossido di carbonio.
Poco prima di Pasqua, la stessa associazione L214 ha pubblicato un terzo filmato, relativo questa volta ad una struttura di Mauléon-Licharre, nel dipartimento dei Pirenei Atlantici. Anche in questo caso le immagini sono agghiaccianti: alcuni animali vengono storditi a colpi di martellate dal personale del macello.
A chiedere che sia il parlamento ad indagare sull’accaduto, e più in generale sulle condizioni degli animali nei macelli francesi, sono stati i deputati della sinistra radicale transalpina. Uno di loro, Olivier Falorni – riferisce l’agenzia Afp – ha parlato di “atti di una crudeltà ignobile, perpetrati con sadismo e divertimento” e sottolineato come i problemi siano legati anche “a materiali difettosi, all’incompetenza del personale, nonché all’assenza di veterinari”.
L’istituzione di una commissione ad hoc era stata chiesta a gran voce da undici Ong, che a questo proposito alla fine di febbraio avevano indirizzato una lettera al primo ministro Manuel Valls. “L’organismo parlamentare – ha aggiunto Falorni – dovrà fare piena luce sull’accaduto e far sì che vengano garantiti il rispetto delle regole elementari di igiene, la sicurezza alimentare e il rispetto degli animali”.
Nel frattempo, uno dei due macelli, quello di Vigan, ha riaperto le porte. Per ora, tuttavia, esso è in funzione “per i soli ovini e caprini”, secondo quanto riferito da Roland Canayer, presidente dell’ente che gestisce lo stabilimento. Il dirigente ha tuttavia spiegato che il lavoro è ora effettuato “assieme ai servizi dello Stato”, e che sono in atto un’indagine amministrativa e una procedura disciplinare nei confronti del personale coinvolto.
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