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È grande come l’isola di Malta il nuovo iceberg che si sta per staccare in Antartide. Individuata dai satelliti una faglia lunga 30 chilometri.
Gli scienziati lo hanno scoperto il 3 ottobre grazie all’analisi delle immagini satellitari. Un nuovo, grande iceberg si sta formando sul ghiacciaio di Pine Island, nell’Antartico occidentale. La faglia che si è creata è lunga 30 chilometri: ormai a tenere il blocco di ghiaccio ancora attaccato alla calotta ne rimangono soltanto dieci.
Secondo gli esperti, è molto probabile che l’ultimo lembo ceda a breve, lasciando libero di muoversi nell’oceano un iceberg da oltre 300 chilometri quadrati. Pari alla superficie dell’isola di Malta. L’evento, secondo i ricercatori della Nasa, dovrebbe avvenire già nelle prossime settimane.
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“La faglia si è formata al centro del ghiacciaio, nel punto in cui la piattaforma di ghiaccio è a contatto con le acque oceaniche più calde, che agendo dal basso provocano la fusione”, ha spiegato Stef Lhermitte, docente presso il dipartimento di Geoscienze dell’università di Delft, nei Paesi Bassi.
A new 30 km long rift appeared across Pine Island Glacier since September indicating the upcoming calving of a ~300km² iceberg [1/n] pic.twitter.com/Dnh3YMKYIs
— Stef Lhermitte (@StefLhermitte) 4 ottobre 2018
Parlando al sito scientifico statunitense Live Science, l’esperto ha spiegato che distacchi come questi sono ormai una consuetudine dal 2001. Un anno fa, la barriera di Larsen C (la cui superficie complessiva è di 50mila chilometri quadrati) era stata protagonista del distacco di un iceberg grande quanto la regione Lazio. Esso misurava 5.800 chilometri quadrati ed è partito alla deriva cominciando a sciogliersi nell’oceano.
La recente osservazione del nuovo blocco di ghiaccio ormai sul punto di staccarsi fa temere agli scienziati che possa essere sintomo di un’escalation simile a quella vissuta nel 2002. All’epoca, un’altra barriera, chiamata Larsen B, aveva cominciato a sgretolarsi. Finendo per scomparire nel giro di tre mesi, ad una velocità otto volte superiore rispetto a quella che si era registrata in precedenza, in media, in casi simili.
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Secondo gli esperti, i principali indiziati di tale accelerazione sono i cambiamenti climatici. All’altro capo del mondo, d’altra parte, la situazione non è meno impressionante. Secondo l’ultimo rapporto Sr15 dell’Ipcc, in caso di crescita della temperatura media globale di 2 gradi centigradi, in futuro potremo attenderci estati nel corso delle quali i ghiacci dell’oceano Artico potrebbero fondere completamente.
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