Auto ed economia circolare sono sempre più legate, vediamo perché

Auto ed economia circolare: qual è il loro legame e perché leggerezza, accessibilità e funzionalità sono le nuove parole d’ordine.

L’auto elettrica? Da sola non basta. Anzi. Ormai sono in molti a pensare che l’auto elettrica non sia la rivoluzione che molti immaginano. L’auto elettrica, per come è pensata oggi, spreca ancora troppe risorse, almeno se immaginata come auto per un uso privato. Per capirci, a cosa serve rincorrere autonomie elettriche elevate (e batterie sempre più pesanti e costose) se poi mediamente le persone percorrono solo 10mila chilometri l’anno? Pesante, costosa, complessa: davvero il futuro dell’auto è questo? Vedremo. Intanto ci sono costruttori che guardano altrove. Guardano a un’auto sempre più guidata dall’economia circolare, ispirata ai concetti di reduce, reuse e recycle. Un’auto più leggera, semplice, versatile. Un’auto, elettrica sì, ma senza troppe complessità, accessibile. Come la Citroën oli, un’auto pensata (quasi) come un elettrodomestico.

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La concept elettrica Citroën oli © Arnaud Taquet

Citroën oli, pensata per le città che rallentano

Non pensate ai classici canoni di bellezza dell’auto. Anzi. Quel parabrezza verticale come un muro in realtà non è né bello, né aerodinamico: “Si potrebbe obiettare che un parabrezza verticale è meno aerodinamico, ma a priori il proprietario di questo tipo di veicolo non guiderà a velocità eccessive. Abbiamo progettato Citroën oli per le aree urbane e suburbane, dove le persone riducono la velocità e sono consapevoli degli aspetti ambientali e di sicurezza della mobilità quotidiana. Per questo motivo la velocità massima è limitata a 110 km/h”, ci hanno spiegato. Una filosofia in linea con la progressiva revisione urbanistica delle nostre città, sempre più pensate per ridurre numero e velocità delle auto.

Cosa c’entra l’auto con l’economia circolare

L’economia circolare svolge un ruolo fondamentale nella strategia del gruppo Stellantis, di cui Citroën è parte, con l’obiettivo di azzerare le emissioni di carbonio entro il 2038. Qualche esempio pratico? Il cofano di Citroën oli è piatto, come il tetto, o i pannelli delle porte. Una semplicità quasi disarmante, che però ha l’obiettivo di garantire un peso ridotto, un’elevata resistenza e una massima durata e riparabilità. Una carrozzeria realizzata facendo ampio ricorso al cartone ondulato riciclato sagomato in una struttura a nido d’ape, il tutto realizzato come un “sandwich” sovrapponendo pannelli rinforzati con fibra di vetro.

Le porte anteriori sono identiche su ogni lato, facili da realizzare e assemblare, il 20 per cento più leggere di una normale portiera, con un numero di componenti dimezzato. Le vernici sono a base di acqua. Il risultato? Il peso è ridotto del 50 per cento rispetto a una struttura equivalente in acciaio. Citroën oli è nata per massimizzare la longevità, pensata per avere più proprietari e prolungare il suo ciclo di vita attivo, grazie al riuso e alla riparabilità dei materiali. “Un’auto da tramandare”, hanno spiegato i progettisti francesi.

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Gli interni della Citroën oli si ispirano ai mobili da ufficio, con gli schienali dei sedili realizzati in rete di poliuretano termoplastico riciclabile e stampati in 3D  © Arnaud Taquet

Less is more, una regola che vale anche per l’auto

Anche dentro Citroën oli è una rivoluzione, un “togliere” al posto del “mettere”. Dei complessi sistemi di infotainment a cui ci hanno abituato gli ultimi modelli elettrici qui non c’è traccia, tutto è disponibile tramite lo smartphone del conducente, da inserire in un apposito alloggiamento al centro della plancia. D’altro canto, non è quello che facciamo ogni volta che saliamo sulle nostre auto? “Lo smartphone ha un potenziale tecnologico e una capacità di aggiornamento superiore a quella di molti veicoli, abbiamo deciso di adottare un approccio diverso all’infotainment”, spiegano in Citroën. Qui, una volta collegato il telefono, le informazioni e le App vengono proiettate direttamente sul parabrezza, che mostra anche altri dati, come la velocità, o il livello di carica della batteria. Un modo intelligente per risparmiare costi e ridurre il peso. E al posto dei tappetini, un rivestimento realizzato in poliuretano termoplastico espanso, più leggero, resistente e lavabile con un getto d’acqua grazie ai tappi di scarico.

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Perché investire in costosi sistemi di infotainment quando lo smartphone può sostituirne quasi ogni funzione? © Arnaud Taquet

Citroën oli è un laboratorio di idee su ruote

Gli interni si ispirano ai mobili da ufficio, con gli schienali dei sedili realizzati in rete di poliuretano termoplastico riciclabile e stampati in 3D, sottili per aumentare l’abitabilità ma “confortevoli e rigidi per soddisfare appieno le aspettative”, assicurano i progettisti. L’obiettivo primario di questa concept è la leggerezza. Il peso dell’auto è di circa 1.000 chili, di molto inferiore alla media; un risultato ottenuto grazie alla dimensione contenuta della batteria da 40 kWh (pensata per un’autonomia fino a 400 chilometri con una velocità massima limitata a 110 km/h). Anche la ricarica elettrica è veloce, dal 20 all’80 per cento in 23 minuti. Citroën oli è un laboratorio di idee su ruote, un’auto manifesto ricca di idee e spunti applicabili nei prossimi modelli di serie del marchio francese, ma che per la semplicità guardano anche al passato, a modelli iconici come la Mehari.

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La copertina del volantino originale della Citroen Mehari. Il nome per esteso richiamava ancora quello della Dyane, il modello da cui prendeva pezzi di telaio, motore, ruote e accessori © Citroën

Il passato a volte può insegnarci molto

D’altro canto, negli anni Settanta un’auto mediamente pesava 800 chili, era lunga meno di 4 metri. Poi, le cose sono cambiate, un trend di incremento dimensionale dettato anche dalle accresciute caratteristiche di sicurezza, ma che in Citroën pensano già di “invertire, proponendo veicoli più leggeri e meno costosi”. Insomma, l’auto elettrica del prossimo decennio potrebbe essere minimalista, leggera, semplice, circolare. Diverso il discorso per il design: “Oli è una piattaforma di lavoro che permette di esplorare idee ingegnose e pragmatiche per una produzione futura, non necessariamente nella forma fisica che vedete qui”, hanno precisato.

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La concept elettrica Citroën oli è un’auto “manifesto”, una concept car, al quale potrebbero ispirarsi i modelli del marchio francese nel prossimo decennio © Arnaud Taquet

Nata per integrarsi nell’ecosistema energetico

Semplice non vuol dire non innovativa. Pensata per integrarsi nell’ecosistema energetico residenziale, oli è dotata di un dispositivo Vehicle to grid che può immagazzinare l’energia in eccesso generata dai pannelli solari di casa per rimetterla in rete o, grazie alla presa di corrente da 3,6 kW, alimentare un apparecchio elettrico esterno. Ultimi dettagli: anche le ruote sono più leggere, i pneumatici (realizzati in collaborazione con Goodyear) usano una mescola fatta con olio di girasole e silice ricavata dalla lolla di riso, resine di pino e gomma naturale in sostituzione degli oli sintetici derivati dal petrolio, con una durata di 500mila chilometri. Già, perché l’obiettivo di Citroën con questo concept mostrare “la tabella di marcia per sviluppare il veicolo di cui le famiglie avranno bisogno nei prossimi dieci anni”. Non ci resta che attendere.

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