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Il litio è un elemento essenziale nelle batterie. Dove lo si estrae, la questione dello sfruttamento delle materie prime, quanto ne servirà? Rispondono il premio Nobel Stanley Whittingham e il primo costruttore di auto al mondo.
Il litio è un elemento fondamentale per le batterie, in attesa di altre tecnologie, come le batterie allo stato solido, rimane un “ingrediente” fondamentale della mobilità elettrica. Ma sul suo impiego, sui metodi di estrazione e sulle prospettive future legate allo sfruttamento delle materie prime il dibattito è più che mai acceso. Secondo il premio Nobel per la Chimica M. Stanley Whittingham, che dagli anni Settanta ha realizzato molti studi scientifici sulle batterie utilizzate oggi, “il litio continuerà a essere importante per i prossimi 10-20 anni”. Allo stesso tempo, si prevede che il numero di auto elettriche continuerà a crescere grazie a un’offerta sempre più ampia da parte delle Case auto.. Il Gruppo Volkswagen, a oggi primo costruttore al mondo, sta investendo significativamente nell’e-mobility: non solo sul prodotto, quindi sui nuovi modelli, ma anche sullo sviluppo e la produzione delle batterie.
Considerando un periodo di lungo termine, molte materie prime verranno riciclate e questo ridurrà la necessità di estrarre nuovo litio. In realtà, secondo molti esperti, questo processo non avrà molto peso almeno fino al 2030, quando si stima che un numero rilevante di batterie usate avrà raggiunto il fine vita. Nel frattempo, del litio ci sarà ancora bisogno a lungo. Anzi, il mercato globale del litio, utilizzato per le batterie dei veicoli elettrici, ma anche per le batterie dei computer e degli smartphone e nell’industria del vetro e della ceramica, sta crescendo rapidamente. Tra il 2008 e il 2018 la produzione annua totale dei principali Paesi produttori è passata da 25.400 a 85mila tonnellate.
Le riserve globali di litio sono stimate intorno ai 14 milioni di tonnellate, circa 165 volte il volume produttivo del 2018. Con 8 milioni di tonnellate, il Cile a oggi è il Paese con le maggiori riserve di litio al mondo, seguito dall’Australia con 2,7 milioni di tonnellate, l’Argentina con 2 milioni e la Cina con 1 milione. In Europa, viene estratto solo in Portogallo e in piccole quantità. Secondo i dati forniti dal United States geological survey, nel 2018 il principale fornitore di litio è stato l’Australia, con 51 mila tonnellate, seguita da Cile (16mila), Cina (8mila) e Argentina (6.200). Diversi i metodi di estrazione. Il litio che viene dall’Australia è estratto nelle miniere, mentre Cile e Argentina lo ricavano dai deserti salati, dove il litio è presente nell’acqua dei laghi salati sotterranei e viene ricavato grazie a un processo di evaporazione. Proprio sull’estrazione del litio nelle saline sono in corso alcune inchieste, mirate ad appurare se ci sia un collegamento con l’aumento della siccità e l’impoverimento delle falde acquifere.
Lo abbiamo visto, non c’è costruttore di auto elettriche che non debba occuparsi, direttamente o indirettamente, delle batterie al litio e della provenienza della materia. Il Gruppo Volkswagen ha scelto di lavorare a stretto contatto con i produttori di batterie, assicurandosi di “avere la certezza di utilizzare litio estratto in modo sostenibile lungo tutta la catena di approvvigionamento”. E per farlo, lo scorso anno VW ha firmato un memorandum d’intesa con la cinese Gangfeng, che estrae il litio da diverse miniere in Australia. Ma le criticità rispetto all’estrazione del litio permangono e non c’è dubbio che l’impegno dei costruttori d’auto sia fondamentale. Volkswagen fa sapere che sta raccogliendo dati, con il supporto di esperti indipendenti, per capire la situazione delle falde acquifere nel deserto di Atacama in Cile. La scelta del costruttore tedesco di obbligare tutti i fornitori – anche quelli del litio – per contratto a rispettare elevati standard di tutela ambientale e sociale, insieme all’adesione a progetti come la Responsible minerals initiative e la Global battery alliance del World economic forum, va nella direzione di garantire sempre più un approvvigionamento sostenibile di materie prime.
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