Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
L’impronta delle elettriche è più bassa anche considerando le emissioni legate alla produzione. E in Indiana si testa la ricarica integrata nell’asfalto.
Le auto elettriche inquinano meno di quelle tradizionali non solo mentre circolano su strada, ma anche se si considera l’intero ciclo di vita. Ovvero le emissioni legate alla produzione del veicolo e delle batterie. A questa conclusione sono giunti gli esperti dell’International council on clean transportation (Icct), attraverso uno studio che dimostra come, già oggi, l’impronta ecologica dei veicoli elettrici sia sensibilmente inferiore a quella delle vetture tradizionali ed ibride, non solo in Europa ma anche in Cina, India e Stati Uniti, sia pur con notevoli differenze; un distacco destinato ad allargarsi a partire dal 2030, per effetto dell’avanzamento tecnologico e di un mix energetico sempre più orientato alle rinnovabili.
Oggi se si prende in esame un’auto elettrica di dimensioni compatte che circoli sulle nostre strade per 17 anni, percorrendo 234.000 chilometri con una sola batteria, le emissioni nocive calerebbero tra il 66 e il 69 per cento rispetto a un analogo modello alimentato a benzina. Un dato che salirebbe fino all’81 per cento se il veicolo venisse alimentato interamente da elettricità proveniente da fonti di energia rinnovabile, ad esempio con ricariche casalinghe che sfruttano l’impianto fotovoltaico installato sul tetto di casa.
I numeri cambiano leggermente a seconda delle catene di approvvigionamento e del mix energetico dei paesi che si analizzano: oggi negli Usa il vantaggio in termini di emissioni dell’auto elettrica si attesta tra il 60 e il 68 per cento mentre in Cina, dove ancora si ricorre in larga misura al carbone, la CO2 emessa in meno va dal 37 al 45 per cento, e in India dal 19 al 34 per cento. Ma il futuro non potrà che essere ancora più roseo: ovunque sono partiti programmi che puntano all’espansione degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, senza dimenticare che i moderni processi produttivi e le catene di approvvigionamento più corte hanno inciso positivamente sulla riduzione dei gas serra immessi in atmosfera.
Negli Stati Uniti intanto, e in particolare nello stato dell’Indiana, partirà proprio questa estate la sperimentazione di apparecchiature di ricarica wireless per veicoli elettrici integrate nella pavimentazione autostradale, che potranno consentire ai mezzi di fare il pieno di energia mentre viaggiano. I test verranno effettuati in tre fasi: le prime due riguarderanno l’analisi e l’ottimizzazione della pavimentazione, mentre nella terza verrà posato mezzo chilometro di pavimentazione.
Sono al lavoro sul progetto il Dipartimento dei trasporti dell’Indiana e la Purdue University, che utilizzeranno il calcestruzzo magnetico sviluppato dalla startup tedesca Magment GmbH: le bobine incorporate nel cemento trasmettono elettricità, che viene raccolta da altre bobine montate su un veicolo. In questa prima fase i test si concentreranno sulla ricarica di autocarri pesanti e, in caso di successo, la ricarica wireless sarà utilizzata su un tratto ancora da determinare dell’autostrada interstatale.
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