Sappiamo che le api sono fondamentali per la salute dell’ecosistema e che il cibo che mangiamo dipende in gran parte dal lavoro cruciale degli impollinatori. Purtroppo però la loro sopravvivenza è minacciata dalle attività umane, tra le altre l’utilizzo degli insetticidi, l’inquinamento e la perdita dell’habitat in cui vivono. Tutte problematiche complesse, la cui soluzione
Sappiamo che le api sono fondamentali per la salute dell’ecosistema e che il cibo che mangiamo dipende in gran parte dal lavoro cruciale degli impollinatori. Purtroppo però la loro sopravvivenza è minacciata dalle attività umane, tra le altre l’utilizzo degli insetticidi, l’inquinamento e la perdita dell’habitat in cui vivono. Tutte problematiche complesse, la cui soluzione non è certo immediata. Nell’attesa, un modo per incrementare il loro numero c’è ed è piuttosto semplice, come dimostra il lavoro di Beeing.
Startup innovativa impegnata nello sviluppo e coordinamento di progetti dedicati alla tutela, alla cura e al monitoraggio delle attività delle api, Beeing propone diversi prodotti e servizi, tra cui B-box, un’arnia per l’apicoltura urbana.
I progetti portati avanti da Beeing vengono affiancati da attività di formazione e team building che puntano a creare una maggiore consapevolezza sull’importanza del lavoro svolto dalle api per il nostro ecosistema.
Come funziona B-box
B-Box è un’arnia che occupa circa un metro quadrato, progettata in modo da poter essere installata in spazi anche piccoli come balconi o giardini in città, in totale sicurezza per le persone. L’ingresso e l’uscita delle api avvengono a più di due metri d’altezza attraverso un camino, e grazie a un meccanismo brevettato è possibile estrarre i favi di miele dall’arnia senza entrare in contatto con le ospiti né dover indossare indumenti protettivi. La composizione stessa dell’arnia, inoltre, consente di tutelare le api grazie a due diversi depositi di miele: uno per il loro nutrimento, l’altro per l’uomo. Per consentire alle persone di osservare da vicino ciò che avviene nell’arnia e godere dello spettacolo unico offerto da questi insetti, la cui struttura sociale è unica nel regno animale, B-Box ospita al suo interno (dietro una prima parete in legno rimovibile) una seconda parete in plexiglass: una vetrata sulle attività meticolose dello sciame e sulla sua organizzazione perfetta.
Coinvolgere le persone nella tutela delle api
Il progetto B-box di Beeing vuole essere uno strumento per moltiplicare la presenza delle api e dei loro effetti benefici avvicinando all’apicoltura anche amatori che non hanno le competenze di un apicoltore esperto. Questo approccio si sposa con la vocazione educativa e divulgativa del progetto Beeing che oltre ad installare l’arnia e inserirvi uno sciame, offre anche corsi di formazione. Beeing infatti sa bene che l’apicoltura è un’attività complessa e per questo promuove un approccio consapevole per la tutela sia delle persone che delle api.
La diffusione dell’apicoltura urbana è vista come uno strumento di transizione verso città più sostenibili, dove uomo e natura possono convivere in armonia. Grazie a questa sua visione e alle sue attività, Beeing è entrata a far parte dell’ecosistema di LifeGate Way, la controllata del gruppo che riunisce startup in sintonia con l’ambiente che sappiano portare nei propri settori innovazione e modelli sostenibili di crescita.
Beeing è anche smart
La startup è nata a Faenza nel 2017 quando Roberto Pasi lavorava nell’acceleratore di startup dell’università di Bologna, Cesena Lab. È lì che ha incontrato Gabriele Garavini, ingegnere informatico esperto in digital, e da questa intesa è nato il progetto Beeing con l’obiettivo di tutelare le api anche attraverso la digitalizzazione e il miglior design made in Italy.
Oltre alle arnie urbane e ai progetti di sensibilizzazione per gli amatori, la startup offre una completa linea di sensori per il monitoraggio professionale degli alveari e grazie a un algoritmo che mette in relazione tutti i dati raccolti, è in grado di fornire informazioni importanti a proposito della qualità dell’aria o l’inquinamento di un determinato terreno. Questo sistema di monitoraggio dati è stato chiamato “IoBee” (Internet of bees facendo un po’ eco all’internet of things) e da un lato supporta e facilita il lavoro degli apicoltori, dall’altro consente anche agli agricoltori il controllo della salubrità delle coltivazioni attraverso l’attività degli impollinatori.
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