
Coste rocciose a picco sul mare, calette impervie ma incontaminate, grotte da esplorare: l’Arcipelago delle Tremiti è un gioiello da non abbandonare.
Se in estate in Sardegna si va per il mare, la stagione delle foglie che cadono è l’ideale per visitare i borghi dell’entroterra con le iniziative di “Autunno in Barbagia”. Che ne dite, per esempio, di provare i Caschettes?
Potete dire di conoscere l’entroterra della Sardegna quanto il suo mare? Un’occasione per rimediare capita in autunno, una stagione insolita per visitare l’isola, ma che proprio per questo regala scoperte inaspettate, dai colori ai profumi, dalle tradizioni locali ai prodotti tipici della gastronomia e dell’artigianato. Autunno in Barbagia è la rassegna che propone di abbandonare la costa e addentrarvi nel cuore della terra sarda: la 17esima edizione è iniziata il 1° settembre e si protrarrà fino al 17 dicembre con 32 paesi, tra cui i quattro nuovi (Ottana, Orotelli, Oniferi e Ortueri), che a turno durante i fine settimana aprono ai visitatori le loro cortes, i tipici cortili delle case antiche, con un invito che non si può non cogliere: “A lu connosches su coro de sa Sardigna?” (Conosci il cuore della Sardegna?).
Scopriamo allora i borghi e le attività in programma per questo mese.
Uno dei centri più di rilievo della Barbagia è Orgosolo, conosciuto in particolare per i suoi murales da scoprire tra strette stradine e case in pietra e frutto di una corrente artistica nata per contestare le ingiustizie sociali. Ad Orgosolo è forte poi la tradizione (che si tramanda ancora oggi) del canto a Tenore, proclamato dall’Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Nel territorio ci si può avventurare in numerosi sentieri, tra cui quello che vi conduce al Canyon di Gorroppu, tra i più profondi d’Europa. Scegliendo di trascorrere il weekend a Lollove (frazione di Nuoro dove abitano ancora pochissime famiglie) vi troverete invece in un borgo senza tempo fatto di case in granito dove la scrittrice il premio Nobel Grazia Deledda ambientò il romanzo La madre del 1920 e paese su cui aleggia una misteriosa maledizione: “Lollove as a esser chei s’abba è su mare: no as a crescher nen parescher mai!” ovvero “Lollove sarai come l’acqua del mare, non crescerai né mostrerai (di crescere) mai!”. Durante la manifestazione sono previste dimostrazioni di cucina dei piatti tradizionali.
Durante il fine settimana della kermesse, a Sorgono saranno proposte visite organizzate ai parchi archeologici di Bidu ‘e Concas dove sono stati scoperti 200 menhir datati tra la fine del Neolitico e l’Eneolitico. Per le strade del borgo ci saranno dimostrazioni di distillazione delle vinacce e di lavorazione del moscato, poi spettacoli teatrali, musica popolare e vestizioni della maschera rituale. E non perdetevi lo stand con esposizione e degustazioni di diversi vini da tutta la Sardegna. A Belvì potrete invece assaggiare i Caschettes, dolci della tradizione detti anche “dolci della sposa”: con l’impasto si crea un guscio sottilissimo che viene farcito con una pasta di nocciole e miele aromatizzata con scorza d’arancio. Non mancheranno le castagne, che verranno cotte in una padella gigante e distribuite gratuitamente a tutti. Se vi addentrate nei boschi di queste parti non fatevi spaventare dai Maschinganna e Gianas che, secondo una leggenda, abitano le tombe preistoriche scavate nella roccia.
Rilievi che circondano il Gennargentu, boschi di castagni e noccioli, sorgenti di acqua purissima: ad Aritzo ci si viene soprattutto per una rigenerante vacanza tra le montagne, ma anche per assaggiare il carapigna, una sorta di sorbetto al limone ottenuto lavorando limone, zucchero e acqua nelle apposite sorbettiere refrigerate con la neve che veniva un tempo raccolta dalle cave dette domos de su nie. Ad Ottana non perdetevi invece la visita alla cattedrale di San Nicola che risale al 1160 e che rappresenta uno dei più imponenti e meglio conservati monumenti di architettura romanico-pisana di tutta la Sardegna.
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