Barcellona, dalle scuole una soluzione contro la crisi climatica (finanziata dal turismo di massa)

Barcellona, colpita dalla crisi idrica, userà i proventi del turismo di massa per efficientare 170 scuole. Un esempio per molte città, tra cui Venezia.

  • La Catalogna è alle prese con la sua peggior crisi idrica.
  • Barcellona, una delle città più colpite, ha proposto di usare i proventi delle tasse di soggiorno per finanziare la transizione energetica.
  • Un esempio che potrebbe servire per altre città interessate dal turismo di massa, come Venezia.

Il 1 febbraio, la comunità autonoma della Catalogna è stata costretta a dichiarare lo stato di emergenza idrica, evidenziando il pesante tributo che il cambiamento climatico sta infliggendo a Barcellona, una delle città europee più colpite. Tuttavia, le autorità cittadine potrebbero aver trovato una soluzione innovativa per affrontare questa sfida, utilizzando un problema per risolverne un altro.

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Un graffito che denuncia l’overtourism © Mark de Jong/Unsplash

La transizione energetica di Barcellona parte dalle scuole

Barcellona, con i suoi 7 milioni di visitatori annui, è una delle mete turistiche più popolari del continente, ma questo afflusso massiccio ha radicalmente trasformato il tessuto urbano, mettendo sotto pressione i servizi pubblici e il centro storico della città. Tuttavia, il comune di Barcellona ha annunciato un ambizioso piano per affrontare sia la crisi climatica che i problemi derivanti dal turismo di massa.

Il cuore di questo progetto è l’introduzione di tecnologie sostenibili e soluzioni energetiche innovative negli edifici scolastici della città. Si prevede che 170 scuole saranno dotate di pannelli fotovoltaici, sistemi di condizionamento e impianti di riscaldamento a pompa di calore entro il 2029. L’energia prodotta in eccesso sarà condivisa con altri edifici pubblici e residenze circostanti, creando una rete energetica integrata e sostenibile.

Un progetto finanziato con la tassa di soggiorno

Ma come verrà finanziato questo ambizioso progetto? Il costo stimato è di 100 milioni di euro e il comune di Barcellona ha deciso di utilizzare i proventi della tassa di soggiorno per coprire le spese. A partire da aprile 2024, infatti, questa tassa aumenterà da 2,75 a 3,25 euro per pernottamento, contribuendo così a finanziare non solo l’adattamento delle scuole al cambiamento climatico, ma anche la riduzione delle emissioni e delle spese energetiche complessive della città.

L’obiettivo del progetto va oltre la semplice sostenibilità ambientale. Infatti, le autorità cittadine sperano che questa iniziativa possa contribuire a migliorare la qualità della vita dei residenti e a ridurre l’ostilità nei confronti del turismo di massa. Dimostrare che i proventi derivanti dal turismo possono essere reinvestiti per migliorare concretamente le infrastrutture e la vita quotidiana dei cittadini potrebbe aiutare a riconciliare le tensioni tra il settore turistico e la comunità locale.

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Chissà se Venezia imiterà l’esempio di Barcellona?© Paul Szewczyk/Unsplash

Barcellona, un esempio per Venezia?

L’’iniziativa di Barcellona potrebbe servire da esempio per molte altre città europee alle prese con la crisi climatica e il turismo di massa, secondo la testata giornalistica statunitense Bloomberg. Città come Venezia, che ha recentemente raccolto 37 milioni di euro dalla tassa di soggiorno, potrebbero prendere spunto dal capoluogo spagnolo per affrontare le sfide ambientali e sociali che affrontano quotidianamente.

In un momento in cui il cambiamento climatico e il turismo di massa rappresentano due delle sfide più urgenti per le città europee, l’iniziativa di Barcellona dimostra che è possibile affrontare questi problemi in modo creativo e integrato, trasformando le sfide in opportunità per una città più sostenibile e resilienti per tutti i suoi abitanti.

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