
L’aumento delle temperature combinato all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, causerebbe una maggiore concentrazione di arsenico nel riso, con effetti tossicologici in chi lo consuma.
La frutta c’è… solo nella foto e nelle immagini sull’etichetta. Davanti a una bibita “al gusto di arancia”, già siamo indotti a pensare che dentro ce ne sia un po’, di arancia. Se poi è di un bell’arancione, ancor di più. Se poi c’è anche una bella foto di un’arancia… sarà certamente aranciata. Invece no.
La frutta c’è… solo nella foto e nelle immagini
sull’etichetta.
Davanti a una bibita “al gusto di arancia”, già siamo
indotti a pensare che dentro ce ne sia un po’, di arancia. Se poi
è di un bell’arancione, ancor di più. Se poi
c’è anche una bella foto di un’arancia… sarà
certamente aranciata. Invece no. Solo aromi e coloranti.
Il ministero delle Attività Produttive dà il via
libera in questi giorni a una circolare che abroga l’attuale
normativa che prevede(va) che su lattine e bottiglie di aranciate,
nelle bevande, nelle bibite in lattina e in bottiglia non potessero
esservi immagini di frutta poi non presente tra gli ingredienti. La
Circolare abroga questo divieto.
In effetti la Circolare prende atto di una realtà che ognuno
può verificare leggendo l’etichetta di una bibita “esotica”
di una celebre marca d’aranciata o al supermarket di fronte al
bancone delle bevande “sportive” con dentro sali, aromi e coloranti
artificiali, tutte al “gusto” arancia, mora viola, flash lemon,
super strawberry, exotic, che non contengono la benché
minima traccia di vera frutta. Ma ora s’autorizza anche l’uso di
foto e immagini in etichetta.
I dubbi ora non riguardano solo la salute, per il o contenuto
nutritivo di bevande fatte solo di acqua, zucchero, aromi e
coloranti artificiali.
I dubbi riguardano la correttezza e la coerenza delle informazioni
per chi acquista una bevanda col nome, le immagini, le suggestioni
di frutti presenti solo nei colori dell’inchiostro
dell’etichetta.
I dubbi riguardano il rapporto tra i vantaggi commerciali dei
produttori e i danni economici che subiranno i coltivatori e i
frutticoltori, che si vedono tagliar fuori da un importantissimo
canale di vendita.
Ma quando si ha vera sete, non è meglio dissetarsi con una
bibita vera?
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