Opinione

Xylella, si può parlare di complotto?

Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.

La principale preoccupazione di chi ordisce un complotto è occultarlo dietro schermi susseguenti, secondo il sistema delle scatole cinesi, per fare in modo che l’attenzione dell’opinione pubblica si focalizzi, e allo stesso tempo si esaurisca, sugli schermi più esteriori e abbaglianti. Per fare un esempio, chi ha ucciso il presidente degli Stati Uniti d’America John F. Kennedy e quale sia stata l’arma del delitto ha formato per decenni oggetto di speculazioni tali da sviare buona parte dell’opinione pubblica dalle reali motivazioni dell’assassinio del presidente statunitense. Che l’affaire xylella sia parte di un complotto traspare ormai anche dai risultati delle indagini disposte dalla Procura di Bari, indagini che, al di là del loro esito (ne è stata chiesta l’archiviazione, come avvenne nel 2019 per quelle disposte dalla Procura di Lecce), hanno alzato ancora una volta il sipario sugli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia.

Tanta attenzione agli interessi economici rischia, però, di tradursi in un ulteriore schermo della verità. Se nel caso Kennedy le simpatie comuniste di Lee Harvey Oswald e le prove balistiche dominarono letteralmente le pagine dei giornali, togliendo spazio ad altre ricostruzioni, nel caso xylella le affermazioni riportate negli ultimi tempi dal mainstream – rilanciate da taluni componenti delle commissioni parlamentare e regionale d’inchiesta – si sovrappongono, di fatto, a quelle contenute nelle settemila pagine in cui si sostanzia l’indagine giudiziaria barese: e tutte insieme finiscono opportunamente per polarizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su interessi e moventi di ordine economico-produttivo che, ad avviso di chi scrive, sono solo strumentali al vero complotto.

Cosa non quadra nel caso xylella

Chiunque ha avuto modo di seguire da vicino la vicenda, infatti, sa bene che il complotto legato alla xylella non si sostanzia nella disinvolta “gestione dei fondi pubblici”, nelle illecite “distribuzione di fondi per la gestione della batteriosi”, nelle articolate e diverse “responsabilità amministrative” o nel “raggiro ai danni degli agricoltori” derivanti dall’intreccio di “ritorni economici” collegati al conseguimento di “enormi guadagni attraverso finanziamenti, brevetti (e) speculazioni”. E, soprattutto, non si sostanzia nel “grande complotto straniero” consistente nella programmata distruzione dell’industria olearia pugliese in favore di quella spagnola e tunisina: perché la xylella, o chi per lei, presto o tardi metterà in ginocchio anche l’olivicoltura spagnola e tunisina.

Il “complotto xylella” si sostanzia, invece, nell’imposizione di un impianto normativo volto a:

  • ostacolare la ricerca di altre possibili cause del Complesso del disseccamento rapido degli olivi (CoDiRo), quali le pratiche agricole intensive e l’uso massiccio dei fitofarmaci;
  • contrastare esclusivamente la diffusione del batterio Xylella e dell’insetto vettore mediante l’imposizione di rimedi peggiori del male, dall’espianto sistematico degli olivi ai diserbanti neurotossici;
  • modificare permanentemente il paesaggio quale preludio all’insediamento di infrastrutture simbolo di una controversa transizione ecologica ed energetica, dalle pale eoliche al fotovoltaico alla Tap;
  • ridurre la biodiversità imponendo il reimpianto di mono-varietà geneticamente modificate in luogo degli olivi espiantati, ciò che peraltro favorirà la diffusione di future fitopatie;
  • standardizzare verso il basso la qualità dell’olio così prodotto, a detrimento dell’autonomia alimentare e delle tanto propagandate eccellenze;
  • compromettere la sopravvivenza dei piccoli produttori mediante la sostituzione di pratiche e modelli agricoli tradizionali con metodi e sistemi agro-industriali, e dunque favorire il genocidio culturale preliminare alla globalizzazione degli stili di vita e dei mercati;
  • non ultimo, introdurre dinamiche divisive del corpo sociale che, sedotto dalla contrapposizione tra negazionisti e conformisti, preferisce non occuparsi di altro.

Un complotto biopolitico, questo, debitamente occultato dietro lo schermo della controversa gestione economica dell’emergenza xylella, il cui scopo precipuo è l’azzeramento della libertà e dell’autonomia individuale quale preludio all’accettazione acritica di una propaganda del terrore fondata sulla manipolazione dei dati scientifici e finalizzata al soggiogamento dei cittadini. Da questo punto di vista è ovvio che l’affaire xylella ha costituito, con largo anticipo rispetto al Covid, il terreno ideale per sperimentare forme di totalitarismo biopolitico globale.

Olivi colpiti da Xylella
Olivi colpiti dal batterio della Xylella in Italia © Marco Di Lauro/Getty Images

Quando le indagini disposte dalla Procura di Bari saranno archiviate, come il mainstream si affanna ad anticipare da settimane, il complotto economico gettato in pasto all’opinione pubblica avrà esaurito la sua funzione di catalizzatore del pensiero comune e la verità dominante sarà ancora una volta quella propalata fin dall’inizio di questa vicenda: e cioè che la causa esclusiva del CoDiRo è il batterio Xylella e che il più efficace strumento di contrasto della fitopatia consiste nella lotta all’insetto vettore, con buona pace di ogni alternativa che la scienza, o la prassi, abbia nel frattempo individuato. E quanti non si accontentassero di questa verità siano pronti a passare ancora una volta per complottisti, al posto di quelli veri.

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