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Nelle 31 città italiane che dispongono del servizio, la flotta di bike sharing è più che triplicata negli ultimi quattro anni
E’ il servizio di mobilità condivisa che ha sperimentato la risalita più marcata subito dopo il lockdown. Il bike sharing continua nella sua irresistibile ascesa in Italia, registrando un aumento delle città coinvolte e del numero di biciclette a disposizione degli utenti, con una flotta che si attesta intorno ai 35.000 esemplari. Al contempo, si diversifica l’offerta sia in termini di tipologia dei veicoli – a pedalata muscolare ed elettrici – sia di modelli operativi, che vanno dal più moderno “free-floating” (si prenota una bici con un’app e dopo averla usata la si lascia dove si vuole) al tradizionale “station-based”, con stazioni di riconsegna definite.
L’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility – promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il Ministero dell’ambiente ed il Ministero delle infrastrutture e trasporti – ha presentato “I servizi di bike sharing in Italia: dati e assetti di governance”; si tratta di un’approfondita analisi realizzata su un campione di 31 città della Penisola capoluogo di provincia che offrono questo servizio di modalità condivisa: Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Como, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, La Spezia, Livorno, Mantova, Modena, Milano, Padova, Palermo, Parma, Pesaro, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Siena, Terni, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia e Verona.
Dalla ricerca emerge come il bike sharing sia il servizio di sharing mobility più diffuso in Italia e, insieme ai monopattini in condivisione, quello che ha registrato la ripresa più elevata dopo l’emergenza coronavirus. Nelle città analizzate ci sono 39 servizi attivi (sei in più rispetto all’anno precedente) mentre la flotta a disposizione è più che triplicata negli ultimi cinque anni, raggiungendo circa 35.000 mezzi. Le bici elettriche in condivisione sono 5.413 (il 15 per cento) e di queste il 70 per cento appartiene a servizi free-floating, che si è rapidamente evoluto verso l’elettrificazione; sempre grazie all’espansione dei servizi “a flusso libero”, che hanno modalità di registrazione pressoché immediate, crescono in maniera considerevole (+60 per cento) le iscrizioni dei cittadini.
Per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, questi dati “ci confortano perché dimostrano che le città italiane stanno rapidamente evolvendosi verso un modello di green city che vede la mobilità condivisa al centro del progetto; sarà importante nei prossimi mesi e nei prossimi anni estendere questo modello virtuoso di mobilità anche nelle città italiane del centro-sud che potranno certamente replicare con successo quanto il bike sharing ha dimostrato nelle città del centro-nord”.
La modalità di utilizzo dei clienti varia in maniera considerevole a seconda del servizio offerto. Il free-floating è caratterizzato da noleggi brevi, sia per durata che per percorrenza: oltre il 50 per cento non ha una durata superiore ai cinque minuti e il 73 per cento è inferiore ai 500 metri. Molto diversi i dati per lo station-based, dove gli spostamenti si assestano tra uno e due chilometri e il 60 per cento dei noleggi dura tra i 6 e i 20 minuti. I due modelli si discostano anche per quanto riguarda le abitudini di utilizzo per giorno della settimana ed orario: i dati più interessanti sono il maggiore utilizzo del bike sharing free-floating nel weekend (un noleggio su quattro avviene nel fine settimana) a fronte di una chiara prevalenza dello station-based negli orari di picco, con il 18 per cento delle prenotazioni nelle prime ore del mattino e il 17 per cento nel tardo pomeriggio.
Per quanto riguarda la percentuale di utilizzo di ciascuna bici nelle 24 ore, il valore più alto si registra a Brescia con il servizio BiciMia (un utilizzo del 2,3 per cento, equivalente a circa 1h e 20 al giorno), seguito da CicloPi di Pisa e ToBike di Torino. Sempre nel capoluogo piemontese troviamo il servizio free-floating con il valore più elevato, Movi by Mobike. E interessante sottolineare come un’elevata offerta di mezzi per abitante non sempre corrisponda a un alto tasso di rotazione: mettere a disposizione dei cittadini tante bici, in sostanza, non garantisce sempre il buon funzionamento del servizio. Per quanto riguarda invece i costi, gli abbonamenti annuali ai servizi di bike sharing sono molto diversificati: si va da un minimo 15 euro a Siena e un massimo di 300 euro per il servizio sperimentale di free-floating di Parma. Il costo di un viaggio di venti minuti è in media di circa 1,2 euro per quanto riguarda il free-floating mentre scende a 0,5 per lo station-based.
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