Il birrificio più grande al mondo vuole solo rinnovabili entro il 2025

I marchi Budweiser, Beck e Stella Artois saranno presto prodotti utilizzando solo energia rinnovabile. Il gruppo Anheuser-Busch InBev ha aderito al programma Re100.

Una transizione energetica sostanziale quella decisa dal Gruppo Anheuser-Busch InBev. Entro il 2025 l’intera energia utilizzata nei propri processi proverrà da fonti rinnovabili, passando dall’attuale 7 per cento al 100 per cento. Il Gruppo, tra gli altri, è anche proprietario dei marchi di birra come Budweiser, Beck e Stella Artois. Ciò significa che il birrificio più grande al mondo sarà alimentata a energia rinnovabile.

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Birrificio entra nel programma Re100

L’accordo è avvenuto all’interno dell’iniziativa Re100 avviata da The Climate Group in collaborazione con Cdp (Carbon disclousure project), che prevede di accompagnare i più grandi gruppi aziendali e influenti al mondo verso una transizione ad energia 100 per cento rinnovabile.

“Il cambiamento climatico ha profonde implicazioni per la nostra azienda e per le comunità dove lavoriamo e viviamo”, ha detto Carlos Brito, amministratore delegato di Ab InBev in una nota. “La riduzione nell’impiego dei combustibili fossili fa bene all’ambiente e agli affari, e ci stiamo impegnando per guidare il cambiamento. Abbiamo l’opportunità di coprire un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico con l’acquisto di energia in modo più sostenibile”.

La birra a energia rinnovabile

Il gruppo ha stretto un accordo con Iberdola, utility spagnola che opera nella distribuzione dell’energia, che prevede la fornitura di ben 490 megawattora di elettricità per i propri impianti in Messico. Ciò significa che Iberdola installerà almeno 220 MW di nuova capacità eolica nello stato di Puebla, in Messico. È previsto un aumento del 5 per cento della capacità totale di energia solare ed eolica, rispetto ai numeri di oggi. “In poco tempo, vedremo ogni Budweiser, Corona, e Stella Artois realizzata con il 100 per cento di energia rinnovabile”, ha detto Sam Kimmins, responsabile Re100 al The Climate Group, “con un risparmio finanziario, la creazione di posti di lavoro e una riduzione delle emissioni”.

La scelta di passare alle rinnovabili ha già attirato nuovi investitori, in particolare il Fondo pensionistico norvegese, già conosciuto per aver disinvestito tutti i fondi dal settore delle fossili. Un’azione che è più che simbolica, perché dimostra come la transizione energetica verso le rinnovabili non solo crea un valore ambientale indubbio, ma attira investitori e migliora il business aziendale.

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