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Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Cdp (Carbon disclousure project), sono 62 le imprese che sono riuscite a ridurre le loro emissioni del 10 per cento o più, aumentando il fatturato con lo stesso margine nel giro di cinque anni. Tra queste il fatturato è cresciuto del 29 per cento mentre allo stesso tempo le emissioni
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Cdp (Carbon disclousure project), sono 62 le imprese che sono riuscite a ridurre le loro emissioni del 10 per cento o più, aumentando il fatturato con lo stesso margine nel giro di cinque anni. Tra queste il fatturato è cresciuto del 29 per cento mentre allo stesso tempo le emissioni sono state ridotte del 26 per cento.
È quanto emerge dal rapporto Out of the starting blocks: Tracking progress on corporate climate action, che misura e valuta i dati relativi alle emissioni di CO2 e alla mitigazione del cambiamento climatico da parte di 1.089 imprese, rivelati a Cdp su richiesta di 827 investitori.
Tra i grandi gruppi, spiccano SCA, società svedese di beni di consumo e di prodotti a base di cellulosa ha ridotto le emissioni del 32 per cento pur incrementando il fatturato del 19. Daimler, che ha ridotto le emissioni del 5 per cento rispetto all’anno precedente, risparmiando 2.2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Sodexo, società francese che ha sviluppato una gamma di servizi per aiutare i suoi clienti a ridurre il loro impatto e la svizzera Givaudan che passando all’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, ha ridotto di oltre il 10 per cento le proprie emissioni.
Le aziende prese in esame rappresentano a livello globale il 12 per cento delle emissioni totali di gas serra, ovvero sono le più importanti sia a livello di capitalizzazione che di impatto ambientale. “Questo report impiega i dati relativi alle attività delle imprese prima dell’Accordo di Parigi. Esso mostra che mentre molte aziende sono già sulla buona strada, c’è ancora un grande divario da colmare”, ha dichiarato Paul Simpson, ceo di Cdp. “Considerando che gli investitori cercano di ridurre il rischio spostando gli investimenti su infrastrutture a più bassa intensità di carbonio, i riflettori saranno puntati soprattutto sulle iniziative aziendali. È ancora tutta da giocare la partita che permetterà di cogliere le opportunità di questa transizione”.
Una transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio, quindi, che pare essere seguita anche dalle imprese italiane. Il rapporto dedicato alle aziende italiane, ovvero il Climate change report 2016 – Italian edition, prende in esame anche le 42 aziende italiane incluse nelle analisi, rivelando che l’86 per cento hanno già un target in atto per ridurre le loro emissioni di gas serra, rispetto a una media globale dell’85 per cento. Un obiettivo a breve termine però, perché solo il 7 per cento dei target dichiarati verranno conseguiti oltre il 2030.
“In Italia solo 2 imprese sulle 42 incluse sono impegnate ad allinearsi con le più recenti indicazioni della ricerca scientifica sul clima al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia critica di 2 gradi”, scrive Cdp. Il gap quindi rimane, nonostante un risparmio per circa 5,5 milioni di tonnellate di CO2 nell’ultimo anno da parte di questo gruppo.
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