Il carbone nella morsa delle rinnovabili. Il sorpasso è dietro l’angolo

Entro il 2040 le rinnovabili scalzeranno il carbone. È lo scenario di Bloomberg New Energy Finance in cui eolico e solare costituiranno la metà della capacità di generazione installata a livello mondiale.

Le fonti rinnovabili stanno spingendo fuori mercato le centrali a carbone e quelle a gas naturale. Dati alla mano, Bloomberg New Energy Finance (Bnef) nel suo ultimo report ha descritto i cambiamenti che da qui al 2040 potremmo aspettarci nel mondo dell’energia, mostrando che il sorpasso delle rinnovabili sulle fonti fossili stia avvenendo molto più velocemente di quanto previsto.

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Gli investimenti nel settore dell’energia: nei prossimi anni e fino al 2040, la quota destinata alle rinnovabili a livello mondiale è destinata a crescere e a fare la parte del leone (Fonte: Bloomberg New Energy Finance -Bnef)

Nel 2026 il giro di boa per il taglio delle emissioni

Lo scenario suggerito da Bloomberg indica che l’energia pulita si sta diffondendo nel mondo in modo più rapido rispetto a quello che la maggior parte degli esperti si attendevano. Una buona notizia per l’ambiente e la possibilità di intervenire per rallentare il cambiamento climatico. Se questa previsione si avverasse, vorrebbe dire che l’inquinamento da anidride carbonica creata utilizzando i combustibili fossili potrebbe diminuire a partire dal 2026. Un risultato che, al momento, contrasta con le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) che invece stima un costante aumento delle emissioni nei decenni a venire.

Il calo dei costi, nodo centrale per il futuro delle rinnovabili

Il ragionamento di Bnef sulla crescita e infine il sorpasso delle rinnovabili ruota intorno ai costi delle tecnologie come solare, eolico che nei prossimi anni saranno più economiche delle fonti fossili. Non si tratta infatti del “se” il sorpasso avverrà ma piuttosto di “quando”, ha detto Seb Henbest, ricercatore presso Bnef a Londra e autore principale del rapporto. Bnef stima che il costo dei parchi eolici off-shore – fino a poco tempo fa la tecnologia più costosa tra le rinnovabili – cali del 71 per cento. Una diminuzione che renderà l’installazione di turbine eoliche in mare aperto estremamente conveniente raccogliendo, con tutta probabilità, nuovi investimenti.

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I cambiamenti del costo del solare nel mondo entro il 2040 (Fonte: Bloomberg New Energy Finance -Bnef)

Eolico e solare: i costi diminuiranno ancora

Non solo l’eolico off-shore ma anche le installazioni su terra ferma, il cosiddetto eolico on-shore, è destinato a crescere. Negli ultimi otto anni i costi dell’energia elettrica di un parco eolico è scesa del 30 per cento: si prevede diminuirà di un altro 47 per cento entro il 2040. Così come, nelle previsioni di Bnef, ci si attende che anche il solare continui a correre. Oggi i prezzi dell’energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici costa quasi un quarto di quello che si pagava nel 2009 ed è probabile che possa scendere di un altro 66 per cento nei prossimi venti anni. La partita sulle rinnovabili si giocherà anche su altri fronti in particolare quello delle batterie, settore in crescita esponenziale, indispensabile per immagazzinare l’energia pulita e mantenere costantemente alimentare case, imprese e auto elettriche. Bnef ipotizza che entro il 2040 saranno almeno 239 i miliardi di dollari investiti nella ricerca applicata ai dispositivi di accumulo dell’energia.

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Bnef stima che entro il 2040 eolico e solare rappresenteranno il 34 per cento di tutta l’energia prodotta contro il 5 per cento di oggi (Fonte: Bloomberg New Energy Finance -Bnef)

2040: eolico e solare rappresenteranno la metà della capacità installata

I dati presentati da Bnef suggeriscono che eolico e solare stanno rapidamente diventando le principali fonti di elettricità, ben al di là delle errate percezioni che sono troppo costosi per rivaleggiare con i combustibili tradizionali. Entro il 2040, le due fonti da sole costituiranno quasi la metà della capacità di generazione installata a livello mondiale: una crescita esponenziale rispetto al 12 per cento di oggi; insieme rappresenteranno il 34 per cento di tutta l’energia prodotta (rispetto al 5 per cento attuale). Un salto che sarà reso possibile da uno spostamento degli investimenti che, sempre più, premieranno le energie rinnovabili a scapito delle fonti fossili.

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Il crollo del carbone in Europa (linea grigia) e negli Usa (linea azzurra) entro il 2040: lo scenario delineato da Bnef (Fonte: Bloomberg New Energy Finance -Bnef)

Addio al carbone: nulla lo salverà, nemmeno Trump

Alla luce delle previsioni di Bnef, è evidente come i Paesi che attualmente stanno investendo sulle rinnovabili si ritroveranno tra vent’anni un settore energetico mutato, competitivo e sempre più a basso impatto. Diversamente, i Paesi in cui stanno continuando gli investimenti nei combustibili fossili, in particolare nel carbone, già dopo il 2020 dovranno cominciare a fare i conti con i prezzi molto più convenienti dell’elettricità prodotta con le rinnovabili. Il carbone e il suo indotto saranno le più grandi vittime tanto che Bnef ritiene che dovranno essere annullati 369 gigawatt di progetti che corrispondono all’incirca all’intera capacità di generazione di Germania e Brasile messi insieme. Nonostante il Presidente Trump stia lavorando assiduamente per stimolare il settore dei combustibili fossili, la chiusura di vecchi impianti e l’adozione di fonti più economiche e meno inquinanti porterà a un calo repentino delle fonti tradizionali. Bnef stima che nel 2040 l’energia prodotta utilizzando il carbone sarà la metà di quella attuale. Un crollo ancora maggiore si realizzerà in Europa dove le leggi a tutela dell’ambiente aumenteranno i costi delle fonti fossili e, di conseguenza, si vedrà scendere il loro contributo alla produzione di energia dell’87 per cento.

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