
Dai musei futuristici a quelli nei boschi, dall’Art Nouveau alla street art, vi proponiamo una selezione di mete in Europa di valore artistico e culturale pensata per i giovanni viaggiatori che vogliono spostarsi in modo sostenibile.
A 130 anni dalla sua costruzione finalmente, dopo un lungo restauro, potrà essere visitata Casa Vicens, un esempio fantastico dell’architettura del catalano Gaudí.
Una nuova tappa da aggiungere per chi visiterà Barcellona prossimamente: Casa Vincens sarà finalmente aperta al pubblico per la prima volta dalla sua costruzione. Una delle prime opere architettoniche di Antoni Gaudí diventerà una casa museo visitabile. L’appuntamento è per ottobre.
È uno degli esempi mirabili dell’architettura di Gaudí che concentra in sé molte delle scelte stilistiche dell’architetto catalano, divenuto il simbolo artistico della città di Barcellona. Casa Vicens fu completata nel 1888 rispondendo alla commissione che Gaudí aveva ricevuto da Manuel Vicens i Montaner, un fabbricante di mattoni e piastrelle: Vicens aveva ereditato la terra che a quel tempo faceva parte del villaggio indipendente di Gràcia, e voleva costruire una casa estiva. Nel suo progetto un allora giovane Gaudí utilizzò ampiamente il colore e le piastrelle con influenze arabe, orientali e neoclassiche. Tutti indizi di quello che sarebbe poi diventato il suo stile, singolare e unico al mondo.
Fino adesso è stato possibile visitare Casa Vicens solo il 22 maggio, giorno in cui si celebra la festa di San Rita, da ottobre invece sarà aperta a tutti. Dal 2014 infatti sta subendo ingenti lavori di ristrutturazione che si sono protratti oltre lo stimato: l’apertura al pubblico infatti era inizialmente prevista per il 2016, in cui ricorrevano i 90 anni dalla morte di Gaudí.
Per visitare la casa museo sarà necessario prenotarsi sul sito ufficiale della struttura e saranno a disposizione giornalmente circa 300 posti, questo per impedire un eccessivo affollamento.
Casa Vicens è la prima dimora borghese progettata da Gaudí e si trova in calle de Las Carolinas, al civico 18; ai tempi della realizzazione si trattava di una stretta via nel quartiere di Gràcia, in seguito ampliata. La casa nel 1925-1927 è stata poi modificata e ingrandita da un allievo del maestro, l’architetto Juan Bautista Serra de Martìnez.
In merito alle originali e meravigliose decorazioni lo stesso Gaudì ha raccontato di aver trovato i molti motivi floreali e vegetali che ornano la sua architettura proprio sul terreno dove essa sarebbe sorta: “Quando andai a prendere le misure della proprietà, essa era totalmente coperta da quegli stessi fiorellini gialli che ho adottato come tema ornamentale nelle ceramiche. Trovai anche un’esuberante palma, le cui palmette, fuse nel ferro, riempiono la quadrellatura del cancello e della porta di ingresso alla casa”. Un esempio mirabile dunque di architettura perfettamente integrata nel territorio.
Nella Casa Vicens infatti, come nelle altre abitazioni borghesi isolate e con giardino progettate da Gaudí, egli realizza l’idea giovanile di casa familiare come piccola nazione che protegge cioè la vita personale e associata dei suoi membri. Secondo la sua “teoria” Casa Vicens deve infatti garantire ai suoi abitanti benessere, igiene, bellezza, rapporto costante con la natura. Qui poi l’architetto inizia anche la sua ricerca, costante lungo tutta la vita, di ottenere all’interno dell’edificio la miglior ventilazione e la miglior illuminazione possibile, tramite accorti filtri, spesso di sua invenzione, tra interno ed esterno.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dai musei futuristici a quelli nei boschi, dall’Art Nouveau alla street art, vi proponiamo una selezione di mete in Europa di valore artistico e culturale pensata per i giovanni viaggiatori che vogliono spostarsi in modo sostenibile.
Da qualche giorno i caselli di Porta Venezia a Milano sono impacchettati con della juta. Si tratta di un’installazione realizzata da un artista ghanese per la Art week che rimarrà visibile anche per tutta la settimana del design. Ecco il significato di quest’opera insolita.
A Barcellona, dal 15 al 21 agosto, il quartiere di Gràcia si colora grazie a spettacolari decori realizzati con materiali riciclati. Una festa imperdibile tra musica, street food e arte.
Non solo il racconto della carriera di uno dei più grandi stilisti italiani, Giorgio Armani, ma un vero e proprio excursus attraverso le tendenze degli ultimi 40 anni di moda. Armani Silos è da visitare, per chiunque ami il bello.
Fino al 14 febbraio 2017 la Fondazione Palazzo Magnani accoglie quasi 300 opere rappresentative dell’intero panorama artistico italiano della Belle Époque, affiancando al Liberty propriamente detto stili e tendenze coeve
Fino all’8 gennaio 2017 i 50 scatti commissionati al celebre fotografo siciliano per commemorare i 500 anni del ghetto ebraico a Venezia condividono la sede espositiva dei Tre Oci con i capolavori di René Burri
A Loreto Aprutino (Pescara) l’installazione No man’s land di Yona Friedman si estende per più di due ettari nella campagna abruzzese per tracciare un prezioso messaggio.
Si trova in Toscana, in moltissimi vorrebbero visitarlo, pochissimi ci sono riusciti: è il castello di Sammezzano. Una meraviglia dall’architettura insolita.
A Merano Arte fino al 10 aprile è in programma una mostra sul ristrutturare e costruire sostenibile nelle Alpi. L’architettura che può e deve adattarsi all’ambiente.