
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Che alcuni alimenti abbiano il potere di risvegliare la passione è cosa ben nota fin dall’antichità: ricette a base di cibi afrodisiaci, per lei e per lui, hanno attraversato i secoli e oggi trovano rigorose conferme scientifiche.
Nel comporre il paniere del desiderio non bisogna però pensare soltanto ai soliti ostriche, cioccolato e peperoncino, ma occorre allargare gli orizzonti, pescando dalla nostra tradizione così come da cucine lontane e affiancando ingredienti poveri a vere prelibatezze.
Vip (vasoactive intestinal polypeptide) è la sigla di un ormone chiave per la piattaforma dell’eccitazione: sotto la sua azione i battiti cardiaci aumentano e si ha una vasodilatazione generale, con grande afflusso di sangue ai genitali maschili e femminili. La fama di pepe e peperoncino si spiega proprio così, con un forte effetto riscaldante “proprio lì” che innesca la scalata al piacere. Ma quanto a spezie stimolanti, l’elenco è ancora lungo: il coriandolo (ottimo per aromatizzare un calice di vino) in particolare è euforizzante per la donna, la noce moscata per l’uomo, mentre i chiodi di garofano hanno proprietà eccitanti per entrambi. Le virtù nascoste dello zafferano sono state dimostrate da uno studio dell’Università dell’Ontario, quelle del rafano di sushi e sashimi dipendono da un particolare antiossidante (il sulforafano, un anticancerogeno che si ritrova nei broccoli), mentre lo zenzero, valido tonico Yang cinese, contiene sia una sostanza riscaldante sia un olio vegetale che stimola la circolazione negli organi sessuali.
Basterebbe il gesto di suggerla dalla conchiglia per incoronarla regina della tavola sensuale. Ma l’ostrica, come gli altri molluschi, per confermare la sua fama può contare anche sullo zinco, minerale che stimola la produzione di testosterone e accende il desiderio maschile. Lo stesso effetto si ottiene comunque con miele o avena, per merito del meno celebre boro. Altro piatto vincente per la sessualità sono le uova, ricche di proteine che riequilibrano il livello degli ormoni maschili, da gustare con qualche lamella di tartufo, meglio se bianco: contiene androstenediolo, una molecola (feromone) il cui odore intenso costituisce un irresistibile richiamo erotico. Niente tartufo? Ci si può accontentare degli asparagi, che potenziano la virilità grazie alla vitamina E. E ancora, cicoria e rucola, fonte di ormoni sessuali la prima e nota stimolante di appetiti non solo gastronomici la seconda, tanto che la sua coltivazione era proibita un tempo nei monasteri. Per la donna funziona invece alla grande la cipolla, specie quella rossa di Tropea, in virtù dell’ossido nitrico, un vasodilatatore soprattutto dei piccoli capillari di cui è ricca la clitoride.
Come tutti i cibi afrodisiaci anche il cuore rosso delle fragole muove l’istamina, sostanza vasoattiva e infiammatoria amica della libido. Infallibili a fine pasto con un calice di champagne che ne potenzia l’effetto, o accompagnate da un pezzetto di cioccolato fondente al 70 per cento (o più), che contiene l’eccitante teobromina e libera endorfine, gli ormoni della felicità, e feniletilamina, la stessa sostanza che il cervello produce quando ci innamoriamo. Infine, un tocco di vaniglia, il cui effetto stimolante dipende anche dall’aroma dolce-intenso: non a caso nel ’700 venne coniato il termine “vanillismo” per identificare una forma di ipereccitazione che colpiva chi lavorava e raccoglieva questa spezia.
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