Cile. Sarà l’indigena Mapuche Elisa Loncon a dirigere i lavori per la nuova Costituzione

L’accademica Mapuche Elisa Loncon ha ottenuto la presidenza dell’Assemblea costituente cilena, che dovrà redigere una nuova Carta che superi quella di Pinochet.

Elisa Loncon, esponente della comunità Mapuche, è stata eletta presidente dell’organismo che dovrà redigere la nuova Costituzione del Cile. Il referendum dello scorso ottobre aveva sancito la cancellazione della Carta redatta sotto il regime di Pinochet, l’unica dell’America latina a non riconoscere l’esistenza dei gruppi indigeni. Dopo il voto le piazze si erano riempite di bandiere dei popoli originari, speranzosi che per loro potesse iniziare una nuova era di maggiori diritti e tutele nel paese. La nomina di Loncon a capo della Convencion costitucional va in questa direzione, spianando la strada a una nuova democrazia “plurinazionale, plurilingue e interculturale”.

La nuova Assemblea costituente cilena

Il 25 ottobre scorso il 75 per cento dei votanti cileni si è espresso a favore dello stralcio della Costituzione del 1980, opera del regime di Augusto Pinochet. Una chiamata alle urne che è stato il risultato di una lunga stagione di proteste, iniziata nel 2019 e indirizzata contro le disuguaglianze economiche e sociali nel paese. A maggio si è tenuto un nuovo voto per eleggere i 155 membri che avrebbero composto l’Assemblea costituente, l’organo che dovrà scrivere la nuova Carta.

Una sconfitta sonora per la maggioranza di centrodestra al governo guidata dal presidente Sebastián Piñera, che ha ottenuto solo 37 seggi. I grandi vincitori del voto sono stati i candidati indipendenti, che hanno ottenuto 48 seggi, quasi un terzo del totale. I due partiti dell’opposizione di centrosinistra, Apruebo dignidad e Lista de apruebo, hanno ottenuto rispettivamente 27 e 25 seggi, che messi insieme fanno un altro terzo delle poltrone disponibili. Infine c’è stato il risultato importante delle comunità indigene, che si sono aggiudicate 17 seggi. Un numero importante, dal momento che nella Costituzione di Pinochet non vi è alcun riconoscimento dei loro diritti, un’eccezione in America latina.

Da subito è apparso chiaro come in Cile si stesse respirando un’aria nuova, con un’Assemblea costituente formata in maggioranza da esponenti progressisti o legati a minoranze fino a ora dimenticate dalle istituzioni. Buone premesse per dare un nuovo corso alla democrazia cilena, a cui si aggiunge il fatto che uomini e donne sono presenti in egual misura all’interno dell’organo preposto a redigere il nuovo testo, un elemento volto a garantire maggiore attenzione alle tematiche di genere.

Chi è Elisa Loncon

La svolta uscita dal voto di maggio è stata confermata in una delle prime sedute della nuova Convencion costitucional. La maggioranza dei rappresentanti ha infatti eletto come presidente dell’organo Elisa Loncon, indigena Mapuche e accademica. Loncon, che ha 58 anni e insegna lingue all’università di Santiago, ha ottenuto 95 voti a favore su 155. “Sono grata per il sostegno delle diverse coalizioni che hanno riposto la loro fiducia e i loro sogni nelle mani della nazione Mapuche, che hanno votato per una persona Mapuche, una donna, per cambiare la storia di questo paese”, ha dichiarato, aggiungendo che vi sarà una rotazione di presidenti durante i lavori della nuova Carta costituzionale. 

Ora l’organo avrà a disposizione nove mesi, più tre mesi extra, per presentare un nuovo testo. Ogni articolo avrà bisogno della maggioranza di due terzi dell’Assemblea per essere approvato. Gli aspetti più importanti da coprire avranno a che fare con i diritti sull’acqua e sulla terra, con un focus particolare sui popoli indigeni: ce ne sono nove nel paese, di cui i Mapuche sono i più numerosi. Ma grossa attenzione ci sarà anche sul funzionamento del mercato interno, sull’indipendenza della banca centrale e sul ruolo dello stato nell’assistenza sociale. L’obiettivo finale, che è poi il principale motivo per cui ha vinto chi chiedeva di stracciare il vecchio testo, è di superare l’architettura ultraliberista voluta da Pinochet. Come ha sottolineato Loncon, quella che si vuole inaugurare è una nuova democrazia cilena “plurinazionale, plurilingue e interculturale”.

La giornata dell’insediamento è stata molto tesa. Fuori dal palazzo ci sono stati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, durante i cortei per celebrare l’inizio di una nuova era del paese. Gli agenti in diverse situazioni si sono contraddistinti per un uso eccessivo della forza e allora diversi membri della stessa Assemblea costituente, quelli dell’opposizione appartenenti al centrosinistra e ai gruppi indigeni, hanno lasciato i loro banchi per scendere in piazza con la popolazione e denunciare la repressione di Piñera. Dopo tre ore di sospensione, la seduta è poi ripresa con l’ufficializzazione dell’elezione a presidente di Elisa Loncon e l’inizio dei nuovi lavori costituzionali.

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