L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Il numero di morti dopo i violenti scontri a Santiago del Cile è salito a 15. Il presidente Piñera tenta la (difficile) carta della conciliazione.
“Non siamo stati in grado di renderci conto della portata delle diseguaglianze e degli abusi. Vi chiedo perdono per questa mancanza”. Il presidente conservatore del Cile Sebastian Piñera si è rivolto con queste parole ai propri cittadini. Dopo numerosi giorni di gravi scontri in piazza tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno provocato, secondo l’ultimo bilancio ufficiale, un totale di 15 morti.
Di fronte alla volontà della popolazione di non arrestare la protesta – nonostante il coprifuoco imposto dal governo e la presenza dell’esercito nelle strade della capitale Santiago del Cile (così come in altre grandi città) – il leader sudamericano ha deciso di tentare la carta della conciliazione. D’altra parte, una ventina di sindacati hanno già indetto nuovi scioperi e nuovi cortei per i prossimi giorni.
Seemingly overnight, a country famed for its tranquility descended into scenes of chaos. Here are photos of the protests shaking Chile. https://t.co/9ZUUo5SutA
— New York Times World (@nytimesworld) October 23, 2019
Tra le misure proposte dal liberista Piñera nel tentativo di placare l’ira popolare figurano la crescita del 20 per cento delle pensioni più basse, l’aumento del salario minimo, un calo delle indennità concesse ai parlamentari, il congelamento del prezzo dell’energia elettrica, una diminuzione del costo dei medicinali e una crescita delle imposte che gravano sui più ricchi.
Tali provvedimenti dovranno in ogni caso essere sottoposti al voto del Congresso, a meno che, vista la situazione di emergenza, Piñera non decida di attuarle attraverso decreti presidenziali. “Le novità che proponiamo non risolveranno tutti problemi che affliggono i cileni, ma rappresentano uno sforzo necessario significativo per migliorare la qualità della vita delle persone più vulnerabili”, ha concluso il presidente della nazione sudamericana.
Chile’s Piñera apologises and unveils reforms in bid to quell protests https://t.co/nDq1F8qkuu
— Financial Times (@FT) October 23, 2019
Secondo quanto riferito dalla stampa internazionale l’aumento delle pensioni più basse potrebbe portare queste ultime a passare da circa 110mila a circa 132mila pesos. Ovvero da 136 a 163 euro. Si tratterebbe dunque di un leggero miglioramento per le persone anziane meno abbienti, ma che difficilmente basterà a placare la mobilitazione sociale. Anche perché la critica mossa dai manifestanti è molto più profonda.
Alberto Mayol, vice-rettore della facoltà di economia dell’università di Santiago ha spiegato al quotidiano francese Le Monde che “ciò che è alla base degli eventi di questi giorni è il fallimento del modello economico attuale. E le misure annunciate dal presidente non implicano un suo superamento”.
Piñera, inoltre, non ha risposto una delle richieste più pressanti della popolazione. Ovvero il ritiro dei militari dalle strade delle grandi città del Cile. Il presidente, pur evitando di commentare la morte di numerose persone, ha affermato che la sua volontà è di revocare lo stato d’emergenza, ma ha avvertito che ciò potrà avvenire soltanto quando “sarò certo che l’ordine pubblico, la tranquillità e la sicurezza dei cileni saranno garantiti, così come la protezione dei beni pubblici e privati”.
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