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Raddoppiata la capacità installata nel 2016 che tocca quota 77,42 gigawatt di potenza. Ora la Cina è il primo produttore di energia fotovoltaica al mondo.
Un record raggiunto in pochi anni: oggi la Cina è il primo produttore di energia fotovoltaica al mondo, con 77,42 gigawatt di potenza installata capaci di produrre circa 66,2 miliardi di kilowattora durante il 2016. Potenza più che raddoppiata durante lo scorso anno, grazie all’installazione di ulteriori 34,54 gigawatt. Seguono gli Stati Uniti con 14 gigawatt, il Giappone con 8,6 gigawatt e l’India con 4,5 gigawatt.
Lo rende noto l’Amministrazione nazionale dell’energia che dopo la presentazione del 13mo Piano quinquennale, ha pubblicato i risultati del mercato fotovoltaico nel proprio Paese. Una crescita esponenziale che pone la Cina al primo posto a livello mondiale per produzione. Anche se c’è da sottolineare che il solare rappresenta oggi solo l’1 per cento della produzione nazionale, mentre il mix energetico non da combustibili fossili pesa per l’11 per cento.
Ma la crescita non dovrebbe fermarsi qua. Il Governo cinese ha intenzione di installare ulteriori 110 gigawatt entro il 2020, che rappresenterebbero circa l’84 per cento della nuova potenza installata entro il triennio a venire. La previsione è quella di arrivare ad una quota di rinnovabili capaci di coprire un quinto della produzione nazionale, entro il 2030. 340 miliardi di euro di investimenti che si stima potranno creare 13 milioni di nuovi posti di lavoro.
Se da un lato solare ed eolico sono in forte crescita – metà della potenza eolica installata in tutto il mondo nel 2015 si trovava in Cina –, dall’altro c’è da registrare un costante calo del carbone nella produzione di energia. È infatti delle scorse settimane la decisione di fermare la costruzione di più di 100 nuove centrali a carbone, che comunque rappresentano 920 gigawatt di capacità installata. Una quantità mastodontica se paragonata con quella solare.
Se il mercato cinese è in continuo fermento, quello europeo registra una leggera flessione, dovuta comunque alla forte crescita degli scorsi anni. Secondo il rapporto “Energy transition in the power sector in Europe”, pubblicato da Energiewende e Sandbag, l’energia prodotta da rinnovabili nel 2016 è cresciuta meno del 2 per cento rispetto all’anno precedente, fermandosi ai 16,9 terawattora, ovvero il 29,6 per cento del mix energetico europeo, valore comunque più elevato dell’11 per cento cinese.
Solo il settore del fotovoltaico ha infatti visto una diminuzione del 20 per cento di nuova potenza installata, rispetto ai 8,6 gigawatt connessi alla rete nel 2015 (dati Solar Power). “Una volta leader nel solare, oggi l’Unione europea rischia di venir eclissata dalle potenze asiatiche, come la Cina, sia nella produzione di energia solare che negli impianti. Persino gli Stati Uniti, con una popolazione molto inferiore a quella dei 28 paesi membri ha aggiunto circa due volte la capacità di energia solare nel 2016”, ha detto Michael Schmela, Executive Advisor e Head of Market Intelligence a SolarPower Europe. Resta comunque il fatto che Danimarca, Germania, Svezia e Portogallo nel 2016 hanno fatto segnare svariati record, segno che le rinnovabili hanno ancora molto da dare in tutto il vecchio continente.
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