Stop alla caccia nel lago di Larnaca: lo chiedono gli ambientalisti, temendo per le sorti dei fenicotteri. Ma è in arrivo un assist dall’Unione europea.
Il lago salato di Larnaca, a Cipro, durante l’estate si prosciuga completamente lasciando esposta soltanto una spessa crosta di sale. Quando d’inverno torna a riempirsi d’acqua, migliaia di uccelli migratori lo scelgono come tappa, dando vita a uno spettacolo meraviglioso. Tant’è che gli appassionati sfidano il freddo e restano appostati per ore pur di fotografare i fenicotteri rosa che si posano leggiadri sulla sua superficie. Ma in appena due mesi, tra gennaio e febbraio 2020, 96 di questi fenicotteri sono stati trovati morti. Ad avvelenarli, il piombo dei proiettili sparati dai cacciatori. Un’aberrazione a cui i gruppi ambientalisti locali stanno cercando in tutti i modi di porre rimedio.
Sono circa 15mila i fenicotteri che ogni anno fanno tappa al lago di Larnaca durante l’inverno, insieme ad anatre, trampolieri e gabbiani, per poi andarsene a marzo. Come altre specie di uccelli, spiega il Guardian, anche loro hanno l’abitudine di ingoiare piccoli ciottoli per aiutare la digestione. Impossibile, però, distinguerli dai pallini di piombo che restano a terra dopo gli spari. Da qui le decine di morti denunciate dalla ong ambientalista Birdlife Cyprus.
Nel lago la caccia è già stata parzialmente bandita ma in alcune aree resta concessa quella alle anatre. Da qui l’appello degli ambientalisti a estendere il divieto per evitare un’altra strage. A peggiorare la situazione, le torrenziali piogge invernali di due anni fa che hanno fatti riaffiorare altri proiettili che erano sepolti da tempo. È già stata condotta una prima bonifica ma con ogni probabilità ne servirà un’altra, più incisiva.
Lead is poison. ☠️🐦🌾⚠️
Finally, after two decades, the EU made the move to #BanLead shot in wetlands. This ban will save millions of birds’ lives and protect nature from toxic pollution.
— BirdLife Europe & Central Asia (@BirdLifeEurope) February 18, 2021
L’Unione europea vieta le munizioni al piombo
Il 25 gennaio 2021 è arrivato un bell’assist dalla Commissione europea che ha approvato il divieto all’uso di armi con munizioni a piombo in tutte le zone umide, come stagni, torbiere, paludi e acquitrini. La misura entrerà in vigore nei 27 stati membri a partire dal 15 febbraio 2023.
Secondo Birdlife international, questa misura eviterà ogni anno l’avvelenamento di circa un milione di uccelli acquatici in tutt’Europa, ma anche dei rapaci e dei saprobi che si nutrono di prede che hanno inghiottito il piombo. Per non parlare dei benefici per l’equilibrio di questi fragili e preziosi ecosistemi. “Si stima che i cacciatori inquinino le nostre zone umide con oltre 20mila tonnellate di proiettili in piombo ogni singolo anno, nonostante l’esistenza di alternative”, fa sapere l’organizzazione tramite una nota.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
Francesco Barberini è un giovane ornitologo italiano. Ci porta alla scoperta delle foreste di Otonga in Ecuador, un’area che rappresenta un vero patrimonio floro-faunistico per la Terra.
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
La presenza del lupo in Italia e in Europa è un argomento molto controverso. Un predatore che suscita timore ma che ricopre un ruolo fondamentale per la biodiversità.
Ora i giudici contrari al marco temporal, ovvero il processo di demarcazione per togliere le terre agli indigeni in Brasile, sono 4. Quelli a favore 2. Il 20 settembre si torna al voto.
In preda allo sconforto verrebbe da pensare che la convivenza tra uomini e grandi predatori sia definitivamente fallita. Tuttavia non ci si può né ci si deve arrendere.
Cambiare il rapporto tra essere umano e squali porterebbe effetti a cascata sull’intero ecosistema marino. Il parere della biologa marina Melissa Cristina Márquez.