
Anche se la tutela degli animali è stata da poco riconosciuta in Costituzione, il benessere degli esemplari coinvolti nella filiera alimentare non è aumentato.
Il giudice federale ha vietato le corride a Città del Messico, incontrando il plauso delle associazioni che si battono per il rispetto dei diritti animali.
A Città del Messico ci avevano già provato. A maggio, per la prima volta, il giudice Jonathan Bass aveva fermato temporaneamente le corride in seguito alle denunce arrivate dai residenti della zona che ritenevano che gli spettacoli con i tori violassero il diritto degli animali a vivere in un ambiente sano e privo di violenza. In questi giorni, lo stesso giudice ha deciso di prorogare il divieto, fermando di fatto a tempo indeterminato le attività in Plaza México, considerata l’arena più grande al mondo.
Dal 2013, sono quattro gli stati messicani che hanno vietato la corrida, e già lo scorso anno era stata proposta una riforma della legge che tutela gli animali per abolire questo spettacolo nella capitale messicana. La nuova sentenza conferma perciò la direzione verso la quale si sta dirigendo il paese centroamericano. Chiaramente, a parte il plauso degli animalisti, ci sono state delle critiche nei confronti della decisione presa dal giudice Bass. E sono state critiche fortemente motivate da uno stato di cose che ha molto a che fare con l’economia locale.
In Messico, infatti, la tauromachia genera un indotto di 6.900 milioni di pesos, una bella cifra che a molti pare fondamentale per mantenere un bilancio positivo delle entrate di un paese che non brilla certo per le sue disponibilità economiche.
A tal proposito, la compagnia Tauro Plaza México che gestisce l’arena della capitale, ha invitato le persone che simpatizzano con le pratiche inerenti alla corrida a inviare lettere di protesta al governo per rettificare o abolire la decisione. Ma, per il momento, Bass sembra fermo sulle sue posizioni: niente più corride con il loro sanguinoso corredo di torture, sofferenze e morte a carico di animali innocenti.
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