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Secondo il C3S le temperature medie degli ultimi cinque anni sono aumentate di quasi 2°C al di sopra di quelle della seconda metà del 19mo secolo.
Sembra non fare nemmeno più notizia, dato che i record di temperatura continuano a registrarsi di anno in anno. Sta di fatto che il 2019 è stato l’anno più caldo registrato in Europa, seguito da vicino dal 2014, 2015 e 2018. Non solo, ma da inizio millennio ad oggi si sono verificati 11 dei 12 anni più caldi. A rivelarlo è a il Rapporto sullo stato del clima in Europa nel 2019, realizzato dal Copernicus climate change service (C3S).
“Ora è più importante che mai che tutti abbiano accesso a queste informazioni per comprendere le implicazioni a lungo termine del cambiamento climatico e ciò che le organizzazioni e gli individui possono fare per ridurne gli effetti”, dice Carlo Buontempo, direttore di Climate change service. “Un anno eccezionalmente caldo non costituisce una tendenza al riscaldamento, ma avere informazioni dettagliate dal nostro servizio operativo, che copre molti aspetti diversi del nostro clima, ci permette di collegare i puntini per saperne di più sull’evoluzione”.
Ciò che è importante notare nel rapporto, è la tendenza delle ultime decadi, che mostrano un andamento chiaro al rialzo termico. A livello globale infatti, gli indicatori climatici mostrano che le temperature medie degli ultimi cinque anni sono di 1,1°C al di sopra di quelle dell’era preindustriale e in tutta Europa di quasi 2,0°C al di sopra di quelle della seconda metà del 19mo secolo. “In Europa il 2019 si conferma un anno estremamente caldo. Ma la vera notizia sarebbe quella di poter dire che è stato il più freddo mai registrato”, dice Buontempo a LifeGate. “Questo perché per quanto non impossibile, sarebbe il dato meno probabile. Il fatto che ogni due o tre anni battiamo i record non fa che confermare il trend”.
Alcune parti d’Europa infatti hanno registrato temperature estive da 3 a 4°C superiori al normale. Le intense ondate di calore di giugno e luglio hanno portato anche a temperature da record in alcuni paesi europei tra cui Francia e Germania. Non solo, ma nell’area europea dell’Artico la temperatura dell’aria in questa regione, sia sul mare che sulla terra ferma, è stata di 0,9°C superiore alla media. Le temperature in estate sono state vicine alla media, ma l’ondata di caldo che ha colpito l’Europa continentale alla fine di luglio, si è spostata verso nord portando con sé temperature da record nella Scandinavia settentrionale e contribuendo allo scioglimento dei ghiacci di superficie in Groenlandia.
Anche le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) hanno continuato ad aumentare nel 2019, come confermano anche i dati dell’osservatorio della Noaa che registrava, al 19 di aprile, la concentrazione record di 419,2 ppm. I flussi netti globali di gas a effetto serra come l’anidride carbonica, il metano e il biossido di azoto seguono una continua tendenza al rialzo, un modello che si è stabilito negli ultimi decenni. Concentrazioni, quelle del 2019, che si possono trovare solo guardando indietro nella storia milioni di anni fa.
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