I ciclisti che pedalano in coppia non vanno odiati, ecco il motivo

Un video spiega perché avere un gruppo di ciclisti che pedala in coppia anziché in fila indiana sia meglio anche per chi guida. Un modo per essere tutti più sicuri.

Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche un po’ più a destra” era una frase che qualche tempo fa aveva avuto una diffusione virale sui social network come Facebook e Twitter. Una battuta a mo’ di sfottò di chi, guidando la macchina, si trova di tanto in tanto gruppi di biciclette per strada. A volte però capita di trovare carovane di ciclisti che pedalano in coppia anziché in fila indiana, cosa che fa irritare molti automobilisti. Forse troppo, spieghiamo perché.

ciclisti pedalano in coppia
Un’auto che si prepara a sorpassare un gruppo di ciclisti.

Chris Boardman, creatore di una serie di video sulla sicurezza stradale in bicicletta, ha fatto notare che secondo l’Highway Code, il Codice della Strada britannico, pedalare in coppia anziché in fila indiana è del tutto legale, oltre che più sicuro per tutti. È più sicuro perché una fila di ciclisti che pedalano in coppia è più corta di una in cui pedalano in fila indiana, è quindi più veloce gestire il sorpasso. Considerando che bisogna lasciare una distanza di sicurezza rispetto a chi pedala si è comunque costretti a invadere la corsia di sinistra per superare il gruppo.

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Va inoltre sottolineato come, pur prevedendo la fila indiana, il Codice della Strada italiano preveda un’eccezione in caso di un adulto che pedala con accanto un bambino. Il cui effetto è quello di far rallentare il veicolo prima di un eventuale superamento che, va ricordato, deve avvenire mantenendo una distanza di sicurezza.

Ci sarebbe poi da aprire una parentesi per tutte le volte che i ciclisti si ritrovano a muoversi su strade con macchine in doppia fila, autisti indisciplinati che non rispettano il semaforo rosso, i limiti di velocità o che aprono lo sportello senza aver controllato prima che in strada non si avvicinino persone o mezzi.

Quindi si potrebbe parafrasare dicendo: “ciclisti, potreste salvare il mondo stando un po’ più a destra ma per salvarvi l’osso del collo forse è meglio farlo anche un po’ più al centro.

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