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Dall’ufficio ai viaggi, come rispettare l’ambiente fuori dalle mura domestiche
Tutti possono ridurre il loro impatto ambientale, non solo a casa ma anche in città, in viaggio o in ufficio, dando vita a un “contagio positivo”.
Quando si parla della sostenibilità nella vita quotidiana, spesso si punta (giustamente) l’accento sugli acquisti responsabili, sulla scelta di alimenti bio e a km zero, o di detergenti e cosmetici realizzati con materie prime naturali. Ma si può anche portare con sé la sostenibilità al di fuori delle mura domestiche, scegliendo il modo meno impattante di spostarsi, lavorare in ufficio, viaggiare.
Mobilità
Che servano per andare a scuola o al lavoro, per accompagnare i propri figli o per fare acquisti, gli spostamenti rappresentano comunque una percentuale più o meno consistente della vita quotidiana.
La soluzione più sostenibile in assoluto, manco a dirlo, è quella di muoversi il più possibile a piedi o in bicicletta. Secondo una ricerca condotta da Eumetra MR per Bike Italia, più della metà degli italiani ha l’abitudine di pedalare, un po’ per sport e un po’ per gli spostamenti quotidiani. Il dettaglio più interessante sta nel fatto che andare al lavoro in bici non è un ripiego per chi non si può permettere altro, ma una scelta ben precisa: la bici – dicono chiaro e tondo i nostri connazionali – è un ottimo modo per fare attività fisica, fa stare bene, non inquina e non comporta problemi di parcheggio.
Leggi anche: 7 modi per muoversi in città. Una guida sulla mobilità urbana sostenibile
Le analisi sull’uso dei trasporti pubblici nel nostro paese, purtroppo, non sono altrettanto incoraggianti. Se in una città come Parigi meno di due persone su 10 si spostano in auto e più di 7 su dieci con i mezzi pubblici, a Roma circa il 65 per cento della popolazione continua imperterrito a spostarsi in auto, percentuale che a Palermo si avvicina addirittura all’80 per cento (dati Ferrovie dello Stato e The European House – Ambrosetti). Ma, quando il trasporto pubblico è efficiente, le persone ne approfittano: lo testimonia il caso di Milano, che in questo senso è la vera punta di diamante del nostro paese.
I riflettori, senza dubbio, da qualche anno sono puntati sulla sorprendente avanzata dell’auto elettrica e ibrida. Il trasporto privato è destinato a cambiare volto, anzi, lo sta già facendo: basti pensare che nei primi sette mesi del 2018 in Italia sono state immatricolate oltre 55mila auto elettriche e ibride, con uno straordinario aumento del 33,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Lavoro e ufficio
Una volta giunti in ufficio, bastano pochi semplici accorgimenti per rispettare l’ambiente ed evitare gli sprechi. Oltretutto, possono essere anche l’occasione per sensibilizzare i colleghi.
Ma quali sono queste buone pratiche da promuovere? Innanzitutto, quella di rispettare in modo rigoroso la raccolta differenziata. Da questo punto di vista, siamo a buon punto: il 92 per cento degli italiani intervistati dall’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile 2018 dispensa e chiede consigli ad amici e conoscenti su come smistare i rifiuti nel modo corretto. Altre buone abitudini sono quelle di regolare in modo accorto il condizionatore d’estate e il riscaldamento d’inverno, di sfruttare il più possibile la luce naturale e di evitare di fare uso di oggetti di plastica usa e getta (bicchieri, piatti, cannucce…). Per chi è determinato a rendere più green la propria azienda, in realtà, non c’è limite alla fantasia: ne è la prova l’orto in ufficio, un’idea nata in America che negli ultimi anni si sta facendo spazio anche nel nostro paese.
Durante la pausa pranzo, o al termine della giornata lavorativa, anche il caffè con i colleghi o gli amici può diventare sostenibile. Basta scegliere uno dei bar che servono Lavazza Alteco, la prima miscela 100 per cento biologica della celebre azienda italiana. Proprio il caffè, a cui noi italiani siamo così legati, è profondamente minacciato dai cambiamenti climatici: per questo i trainer Lavazza affiancano i contadini, insegnando loro le tecniche di coltivazione più efficienti e resilienti.
Turismo
“Divertirsi, non distruggere”: secondo Alastair Fuad-Luke, autore di Eco-travel handbook, è questo il motto del turista responsabile. Mettere in pratica questo principio è molto più semplice di quanto si pensi. Se la meta non è troppo distante, raggiungerla in treno (invece che in auto o in aereo) è già un primo passo. Vale la pena anche di dedicare un po’ di attenzione per scegliere un hotel o un b&b che si è messo all’opera per ridurre il proprio impatto ambientale, meglio ancora se lo dimostra tramite una certificazione.
Una volta giunti alla meta, è preferibile muoversi con i mezzi pubblici, in bici o a piedi, assaggiare le specialità gastronomiche tipiche ed evitare quei souvenir prodotti a partire da piante o animali in via di estinzione. Così facendo, il turista responsabile fa la sua piccola parte per preservare il luogo che sta visitando e la qualità della vita della popolazione che lo abita. Ma non solo: in un certo senso ci guadagna in prima persona, perché respira l’atmosfera autentica della meta che ha scelto.
Anche in questo ambito, la sensibilità degli italiani diventa sempre più tangibile e si moltiplicano i tour operator che propongono vacanze sostenibili per tutti i gusti e tutte le tasche. A fine settembre è stato pubblicato il rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, realizzato da Ipr Marketing per la Fondazione Univerde. La ricerca rivela che ormai il 78 per cento degli italiani conosce la definizione di turismo sostenibile; sono però molti meno, cioè il 20 per cento, quelli che dichiarano di fare in prima persona vacanze green.
L’auspicio è che, con il passare del tempo, siano sempre di più le persone che passano dalla teoria alla pratica. Chi riesce a introdurre la sostenibilità nella propria vita quotidiana – e ci crede davvero – non può non portarla sempre con sé, contagiando in positivo le persone che incontra.
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