
La schiavitù moderna è un problema reale in varie zone del mondo. E riguarda anche i paesi del G20, perché importano beni che sono frutto di lavoro forzato.
L’aumento dell’obesità a livello mondiale è paragonabile, in termini di oneri economici globali, solo alle guerre e al fumo.
L’obesità non è più un problema che riguarda solo i paesi sviluppati, i redditi più elevati. La diffusione dell’obesità e del sovrappeso è aumentata ovunque, anche nei paesi a basso reddito. Oggi, a livello mondiale, quasi la metà dei paesi sono alle prese sia con il problema della denutrizione che con quello del sovrappeso e dell’obesità. Infatti, malnutrizione e obesità spesso coesistono nella stessa comunità, a volte perfino nello stesso nucleo familiare.
Le trasformazioni economiche e sociali in molte nazioni a basso e medio reddito e la disponibilità, a prezzi relativamente bassi, di alimenti pronti molto lavorati, hanno portato, in tutto il mondo, a cambiamenti di stili di vita e di abitudini alimentari, insieme a una riduzione dell’attività fisica.
Non un singolo paese, non uno, ha visto tra il 2000 e il 2013 un calo dell’obesità. L’Organizzazione mondiale della sanità stima siano 1,9 miliardi le persone in sovrappeso, e di queste un terzo sono obese. Ciò comporta costi sociali ed economici enormi che, aggiunti a quelli derivanti dalla malnutrizione, la società non può permettersi di sostenere.
L’edizione 2013 del rapporto Fao lo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura ha rilevato che l’onere sociale causato da sovrappeso e obesità è raddoppiato nel corso degli ultimi due decenni. Secondo il rapporto, il costo cumulativo di tutte le malattie non trasmissibili, per le quali il sovrappeso e l’obesità sono i principali fattori di rischio, nel 2010 sarebbe di circa 1.400 miliardi di dollari.
Più di recente, il McKinsey Global Institute ha stimato che il prezzo globale di obesità – incluso l’aumento del rischio di malattie cardiache, ipertensione, ictus, diabete e alcuni tipi di cancro che colpiscono la qualità complessiva della vita – potrebbe raggiungere i 2.000 miliardi di dollari l’anno, terzo solo al fumo (2.100 miliardi di dollari) e ai conflitti armati (2.100 miliardi di dollari). Mentre i numeri non sono comparabili e le stime globali dei costi economici di obesità e sovrappeso variano, coincidono tutti nella portata generale del fenomeno.
Si pensi a quello che si potrebbe fare per affrontare la malnutrizione – fame, denutrizione, carenze di micronutrienti e obesità – se non avessimo buttato via quelle ingenti somme di denaro. È necessario incrementare i finanziamenti per aumentare l’impegno, ma dovrebbe essere parte di uno sforzo complessivo per avviare nuove strategie e affrontare la malnutrizione in tutte le sue forme, cercando di andare al di là delle cause immediate, e includerne le dimensioni più ampie – socio-culturali, economiche e politiche.
Questa è stata una delle sfide di cui si è discusso alla seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione (Icn2), tenutasi a Roma nel novembre 2014. Alla conferenza i governi hanno approvato la Dichiarazione di Roma sulla nutrizione e il quadro d’azione che l’accompagnava, impegnandosi ad affrontare la malnutrizione in tutte le sue forme – denutrizione, arresto della crescita, spreco di cibo, carenze di micronutrienti, obesità e le connesse malattie.
Progredire su questo impegno richiederà importanti cambiamenti nel modo in cui si affronta la malnutrizione. Comporta il passaggio dal trattare gli effetti negativi della malnutrizione a prevenirli, garantendo una dieta sana ed equilibrata, affrontarne meglio le cause di fondo, e sviluppare nuove politiche, strategie e programmi.
Innanzitutto, occorre riformare i nostri sistemi alimentari per garantire una migliore alimentazione per tutti. Il rapporto lo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2013 ha mostrato come i sistemi alimentari influenzano la quantità, la qualità, la diversità e il contenuto nutrizionale degli alimenti, e determinano la disponibilità, l’accessibilità e la tollerabilità di alimenti necessari per una buona alimentazione. Riformare i nostri sistemi alimentari per migliorare la nutrizione richiederà cibi più ricchi di nutrienti e la garanzia di una sana lavorazione degli alimenti per ridurre al minimo la perdita di sostanze nutritive.
In secondo luogo, occorre rendere più facile ai consumatori fare scelte alimentari che promuovano diete sane. Questo richiede un impegno politico, oltre che programmi e strategie efficaci e coerenti. Richiederà maggiori investimenti nella promozione della nutrizione e in programmi educativi. Si dovranno incoraggiare scuole, luoghi di lavoro e comunità a fornire diete sane facilmente accessibili e sollecitare le persone a fare più esercizio fisico. Richiederà dare strumenti ai consumatori con informazioni attraverso un’educazione nutrizionale popolare, formale e informale, fornendo maggiori informazioni sul cibo che viene venduto, anche attraverso un’adeguata e corretta etichettatura.
In terzo luogo, è necessario creare una visione comune e un approccio multisettoriale che coinvolga governi, settore agricolo, sanità, dettaglianti e altri importanti settori pubblici e privati, così come la società civile. Le molteplici cause della malnutrizione, tra cui l’obesità, esigono una collaborazione efficace: nessun settore o organismo può risolvere il problema da solo.
In quarto luogo, gli accordi commerciali e d’investimento devono essere concepiti per influenzare positivamente i sistemi alimentari. Migliorando la disponibilità e l’accesso al cibo, un commercio che sia efficiente ed efficace potrà svolgere un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi della nutrizione. Ma tali accordi non dovrebbero “togliere spazio” alla possibilità di sviluppare l’agricoltura locale. Sistemi agricoli nazionali e locali prosperi e ben funzionanti non solo riducono la dipendenza dei paesi dalle importazioni alimentari, ma promuovono anche una maggiore diversità nelle diete, agiscono come tampone contro le impennate dei prezzi sui mercati internazionali, e generano occupazione che contribuisce a ridurre la povertà rurale.
La seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione ha posto le basi affinché tutte le parti coinvolte si impegnino ad invertire il rapido aumento dell’obesità globale. La malnutrizione, dalla denutrizione all’obesità, è prevenibile a un costo relativamente basso se si lavora in modo efficiente e coordinato. Occorre intervenire rapidamente per invertire le tendenze all’obesità e per fare della fame e di tutte le forme di malnutrizione un ricordo del passato.
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