Per la prima volta l’Unione europea impone sanzioni per violenza contro le donne

Il Consiglio d’Europa ha adottato alcune sanzioni per violenza sessuale e violazioni dei diritti delle donne. Si tratta della prima volta.

Per la prima volta il 7 marzo il Consiglio d’Europa ha adottato delle sanzioni per violenza sessuale e altre gravi violazioni dei diritti delle donne. In questo caso, contro nove persone e tre entità responsabili di gravi e ripetute violazioni dei diritti umani, come ad esempio alcuni ufficiali russi e ministri in Afghanistan.

Le prime sanzioni per violenza di genere e violazioni dei diritti delle donne 

“Con questa decisione aumentiamo gli sforzi per combattere la violenza sessuale e di genere, e assicurare che i responsabili siano ritenuti colpevoli delle loro azioni contro l’impunità”, ha affermato Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. “Non importa dove accada, elimineremo qualsiasi forma di violenza contro le donne”.

Le sanzioni sono state possibili grazie al Regime globale di sanzioni dell’Unione europea in materia di diritti umani, istituito a dicembre 2020 per consentire al Consiglio di prendere misure nei confronti di persone, entità e organismi (statali e non), responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo.

In questo senso, il Consiglio già a novembre 2022 aveva espresso preoccupazione circa gli effetti sproporzionati che i conflitti armati continuano ad avere su donne e ragazze in tutto il mondo, così come la prevalenza di violenza sessuale e di genere.

Chi è colpito dalle sanzioni

Le tre entità giudicati responsabili di violazioni e, quindi, colpiti dalle sanzioni dell’Unione europea sono:

  • la prigione Qarchak in Iran
  • la Guardia repubblicana in Siria
  • l’ufficio del capo degli Affari di sicurezza militare in Myanmar

Le nove persone invece sono:

  • due ministri talebani dell’Alta educazione e della Propagazione della virtù e della prevenzione del vizio. Sono responsabili per i decreti che vietano l’istruzione superiore alle ragazze in Afghanistan e che attuano pratiche di segregazione di genere negli spazi pubblici.
  • ufficiali della stazione di polizia di Mosca, responsabili per arresti e detenzioni arbitrarie, così come di tortura e altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti avvenuti nel contesto della censura e dell’oppressione portata avanti dalle autorità russe. Saranno anche colpiti membri di alto rango delle forze armate russe, le cui unità hanno partecipato sistematicamente in atti di violenza sessuale e di genere in Ucraina tra marzo e aprile 2022, nel contesto dell’aggressione militare ingiustificata e non provocata dell’Ucraina.
  • ufficiali di governo che comandano le milizie del Sud Sudan, responsabili di usare in modo esteso e sistematico la violenza sessuale e di genere come arma di guerra.
  • il vice ministro degli Interni in Myanmar.

Le persone e gli enti colpiti dalle sanzioni sono soggetti al congelamento dei beni e al divieto di viaggiare nell’Unione europea. C’è anche il divieto alle persone ed entità dell’Unione europea di mettere fondi a disposizione ai soggetti inseriti nell’elenco.

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