Cosa dice il Protocollo di Milano

6 anni di lavoro. 12 mesi di confronto tra centinaia di esperti. Oltre 50 organizzazioni e istituzioni lo hanno sostenuto. 8 gli articoli di cui è composto.

Presentato ufficialmente il 4 dicembre 2014 al 6th Forum Internazionale sul cibo e nutrizione, organizzato dal Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn), il Protocollo di Milano è una carta d’intenti che raccoglie la sfida fondamentale per il nostro futuro e quello del pianeta: eliminare lo spreco di cibo e la fame nel mondo, grazie ad un’agricoltura sostenibile e all’educazione alimentare in particolare per le nuove generazioni. E pone di fronte Governi ed istituzioni ad una scelta globale e condivisa, per la soluzione di quelli definiti come i tre paradossi del nostro tempo.

Spreco di alimenti

1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile sono sprecati ogni anno, ovvero un terzo della produzione globale di alimenti e quattro volte la quantità necessaria a nutrire gli 805 milioni di persone denutrite nel mondo.

Agricoltura sostenibile

Nonostante l’enorme diffusione della fame e della malnutrizione, una grande percentuale dei raccolti è utilizzata per la produzione di mangimi e di biocarburanti. Secondo le previsioni, la domanda globale di biocarburanti arriverà a 172 miliardi di litri nel 2020 rispetto agli 81 miliardi di litri del 2008, il che corrisponde ad altri 40 milioni di ettari di terreni convertiti a coltivazioni per biocarburanti. Un terzo della produzione agricola globale è impiegato per nutrire il bestiame. Sui circa 7 miliardi di abitanti della terra, 1 miliardo non ha accesso all’acqua potabile, provocando la morte di 4.000 bambini ogni giorno. In contrasto, per produrre un solo chilogrammo di carne di manzo servono 15.000 litri d’acqua. La speculazione finanziaria eccessiva e dannosa sulle materie prime aggrava ulteriormente il problema, favorendo la volatilità del mercato e l’aumento dei prezzi alimentari.

Coesistenza tra fame e obesità

Oggi, per ogni persona  affetta da denutrizione, ve ne sono due obese o sovrappeso (sovranutrizione): 805 milioni di persone nel mondo sono affette da denutrizione, mentre  oltre 2,1 miliardi sono obese o sovrappeso. A livello mondiale, il fenomeno dell’obesità è quasi raddoppiato rispetto al 1980 e continua a crescere in proporzioni epidemiche: la percentuale di adulti con un Imc superiore a 25 kg/m² è oltre il 30%. Mentre 36 milioni di persone ogni anno muoiono per denutrizione e carestia, 3,4 milioni muoiono a causa del loro sovrappeso o obesità. Inoltre, il 44% delle malattie diabetiche, il 23% delle cardiopatie ischemiche e fino al 41% dei tumori sono attribuibili ad un eccesso di cibo. La radice di questo problema risiede nello squilibrio globale della ricchezza e delle risorse, secondo il quale una parte della popolazione mangia in quantità eccessive mentre un’altra parte stenta a sopravvivere.

Per superare i tre paradossi, il Protocollo propone azioni concrete da intraprendere, articolate in 8 articoli:

Art. 1. Campo di applicazione

Le Parti si impegnano a ridurre del 50 per cento entro il 2020 l’attuale spreco di oltre 1,3 milioni di tonnellate di cibo commestibile.  Le Parti si impegnano a promuovere forme sostenibili di agricoltura e produzione alimentare alla luce dei cambiamenti climatici e nel rispetto delle risorse naturali, con particolare attenzione alle problematiche ambientali, agricole e socioeconomiche. Le Parti si impegnano ad eliminare la fame e la denutrizione. Le Parti si impegnano a porre un freno all’aumento dell’obesità, garantendo che non vi sia alcun aumento nel sovrappeso infantile e nell’obesità adolescenziale e adulta entro il 2025.

Art. 2. Fase preparatoria

In una fase preparatoria che non dovrebbe superare la durata di 12 mesi, le Parti sviluppano pratiche e politiche che, individualmente o collettivamente, non aggravano o perpetuano le attuali crisi e contribuiscono costruttivamente alla loro abolizione.

Art. 3. Linee guida per gli impegni delle Parti

Spreco di alimenti: le Parti si adoperano per ridurre del 50 percento l’attuale spreco di alimenti entro il 2020. Unite in questo obiettivo, le Parti cercano una definizione e una metodologia comune per quantificare lo spreco di alimenti al fine di armonizzare il monitoraggio e le prassi.

Agricoltura sostenibile: le Parti si impegnano a promuovere l’agricoltura sostenibile, intesa come produzione efficiente di prodotti agricoli sicuri, sani e di qualità, in base a modalità che siano sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Le Parti faranno ciò tutelando l’ambiente naturale e le sue risorse e mitigando i cambiamenti climatici, migliorando le condizioni socioeconomiche di agricoltori, braccianti e comunità locali, e salvaguardando il benessere degli animali di ogni specie allevati per il consumo alimentare. Le Parti favoriscono un’agricoltura produttiva ed efficiente nell’uso delle risorse, capace di adeguarsi ai cambiamenti climatici e di mitigarne gli impatti più negativi, tenendo conto delle specificità dei differenti sistemi agricoli in termini di dimensioni, modelli, input, tecnologia e longevità sostenibile.

Eradicare la fame e combattere l’obesità:  Le Parti si impegnano a porre fine alla fame e alla denutrizione e ai decessi ad essi correlati sulla base dei SDGs, il nuovo paradigma globale dello sviluppo e successore dei MDGs. Nonostante la scadenza dei MDGs nel 2015 sia vicina, una persona su otto nel mondo rimane denutrita e i progressi si sono rivelati difformi tra diversi paesi e all’interno degli stessi. Gli SDGs sono in fase di elaborazione, ma l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e il Programma Alimentare Mondiale (WFP) hanno pubblicato degli obiettivi per la sicurezza alimentare e la nutrizione che influiranno sugli SDGs. Le Parti si impegnano a porre fine alla fame e alla denutrizione e ai decessi ad essi correlati sulla base dei SDGs, il nuovo paradigma globale dello sviluppo e successore dei MDGs. Nonostante la scadenza dei MDGs nel 2015 sia vicina, una persona su otto nel mondo rimane denutrita e i progressi si sono rivelati difformi tra diversi paesi e all’interno degli stessi. Gli SDGs sono in fase di elaborazione, ma l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e il Programma Alimentare Mondiale (WFP) hanno pubblicato degli obiettivi per la sicurezza alimentare e la nutrizione che influiranno sugli SDGs.

Art. 4. Istituzione di un Organo direttivo e di un Segretariato per il Protocollo

La governance del Protocollo è posta sotto la sorveglianza di un Organo direttivo eletto e nominato dai cofirmatari del Protocollo con i seguenti obiettivi: promuovere e guidare lo sviluppo e l’affinamento di metodologie comparabili per determinare le migliori prassi ai fini di una implementazione la più efficace possibile del Protocollo. Tentare di utilizzare e reintegrare informazioni e servizi esterni da organizzazioni internazionali, organismi governativi e intergovernativi competenti.

Art. 5. Disposizioni per azioni congiunte con parti esterne al Protocollo

Le Parti del Protocollo convengono che altre parti esterne, incluse organizzazioni non governative, organi della società civile e dell’industria, possano partecipare ad azioni comuni. Il Protocollo incoraggia tali progetti poiché tali partner perseguono il medesimo obiettivo. Solo affrontando i paradossi insieme e da diverse angolazioni, le Parti possono combattere la crisi in modo efficace. Pertanto, le Parti operanti nel quadro di e insieme a organizzazioni regionali o internazionali sono libere di continuare a rispettare gli impegni già assunti in simili partenariati indipendentemente dal Protocollo di Milano.

Art. 6. Emendementi

Qualsiasi Parte o gruppo di Parti può proporre emendamenti al testo del Protocollo. Gli emendamenti proposti sono comunicati all’Organo direttivo e al Segretariato del Protocollo, i quali trasmettono le modifiche proposte alle altre Parti. Gli emendamenti devono essere depositati almeno sei mesi prima di essere idonei all’approvazione.

Art. 7. Clausula di ritiro

In qualsiasi momento nei tre anni successivi alla data di entrata in vigore del presente Protocollo, qualsiasi Parte ha facoltà di ritirarsi dallo stesso previa notifica scritta inviata al Segretariato e all’Organo direttivo.

Art. 8. Entrata in vigore del Protocollo

Il Protocollo è aperto alla sottoscrizione e dunque all’accettazione o approvazione degli Stati partecipanti all’EXPO Milano 2015 sotto gli auspici del BIE. Sarà aperto alla firma per tutta la durata dell’Esposizione dal (GIORNO) (MESE) duemila quindici al (GIORNO) (MESE) duemila quindici a Milano. Il Protocollo è aperto all’accesso a partire dal giorno successivo al periodo di sottoscrizione, il (GIORNO) (MESE) duemila quindici.

Il testo è tratto dal documento integrale denominato Protocollo di Milano e disponibile qui.

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