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Costa Rica, Carlos Alvarado è il nuovo presidente: “Subito sì alle nozze gay”
Carlos Alvarado, candidato del centro-sinistra e favorevole ai matrimoni tra coppie omosessuali, è stato eletto presidente della Costa Rica.
Il candidato del centro-sinistra Carlos Alvarado, ex musicista, ha vinto il ballottaggio tenuto domenica 1 aprile in Costa Rica ed è stato eletto presidente della nazione centro-americana con il 60,7 per cento dei voti. L’omonimo pastore evangelista Fabricio Alvarado, che si presentava con il partito di destra Restaurazione nazionale, non ha invece superato il 40 per cento.
“Ora dobbiamo unire il nostro paese”
All’annuncio dei risultati, migliaia di sostenitori del 38enne già ministro del Lavoro si sono riversati in piazza per festeggiare la vittoria, sventolando le bandiere del Partito d’azione cittadina. “Questa elezione ci ha permesso di guardarci allo specchio. E nello specchio abbiamo visto differenti punti di vista, abbiamo osservato le diseguaglianze che ci dividono, abbiamo compreso che dobbiamo lavorare per garantire più opportunità soprattutto in determinate aree. Ora il nostro compito sarà di unire il nostro paese”, ha affermato il nuovo presidente.
An event and a country that gives me hope https://t.co/1D2vj9zshZ
— Caterina Mazzilli (@CaterillaM) April 2, 2018
Il programma sulla cui base guiderà la Costa Rica è basato su un approccio molto più “interventista” dello stato nell’economia nazionale e sull’introduzione di nuovi diritti civili, a partire dal matrimonio tra coppie omosessuali. Il 9 gennaio scorso, d’altra parte, la Corte interamericana dei Diritti dell’uomo ha invitato il paese a riconoscere le nozze gay, facendo sì che il tema diventasse centrale nella campagna elettorale.
La Costa Rica campione del progressismo in America centrale
La tendenza progressista è d’altra parte una caratteristica fondamentale del sistema politica della Costa Rica. Le politiche condotte nel corso del tempo hanno consentito, ad esempio, di raggiungere un tasso di alfabetizzazione del 97,5 per cento, grazie a stanziamenti per l’istruzione pari al sette per cento del prodotto interno lordo, secondo le cifre indicate dall’Unesco.
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