![Leggera, semplice, compatta: cosa offre la nuova Dacia Spring, l’elettrica accessibile che ha conquistato l’Europa](https://cdn.lifegate.it/y3NZ_z_SwlfS-bRKc1RKRbUIIYw=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/daciaspringbeige-actioncetadipro.jpg, https://cdn.lifegate.it/aW38donedWm0TL4aVqdBwq3ZuFE=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/daciaspringbeige-actioncetadipro.jpg 2x)
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Per centrare gli obiettivi europei sulle emissioni i produttori di auto chiedono un Ecobonus strutturale e l’adeguamento delle reti di ricarica.
Due milioni di auto perse per strada. Una voragine enorme si apre sul fronte delle nuove immatricolazioni, certificando la crisi del mercato dell’auto in Europa. Gli effetti della pandemia non allentano la presa, mentre la Commissione Ue ha annunciato lo stop dal 2035 alla vendita di veicoli con motorizzazioni tradizionali e il governo italiano ha rifinanziato gli incentivi con uno stanziamento di 350 milioni.
I dati resi noti dall’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae) parlano chiaro, e indicano un calo delle immatricolazioni del 14 per cento rispetto a giugno 2019 (e un contenuto aumento del 13,3% su giugno 2020), che fa salire a 1.941.288 la perdita di vetture nei primi sei mesi dell’anno in corso: un crollo di ben 23 punti percentuali rispetto ai livelli del 2019, prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus. In cifre assolute, a giugno 2021 sono state registrate 1.282.503 nuove auto nei 31 paesi europei contro 1.491.465 dello stesso mese del 2019; in sei mesi il totale delle immatricolazioni è pari a 6.486.351 unità, ma erano 8.427.639 nel periodo gennaio-giugno 2019.
Il piano della Commissione europea che punta alla neutralità carbonica entro il 2050 e a un abbattimento delle emissioni del 55 per cento entro il 2030, ha messo in allarme il comparto dell’automotive, già alle prese con una crisi difficile da superare: solo in Francia, ad esempio, si stima la perdita di 100 mila posti di lavoro legati ai motori termici.
Come evidenzia il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali, “lascia perplessi che, da un lato, si dichiari il massimo ma esclusivo supporto alla mobilità elettrica per i veicoli di nuova immatricolazione, mentre dall’altro ci sia la totale inosservanza del principio di neutralità tecnologica: quel grande malato che è il parco veicolare circolante in Europa, e particolarmente in Italia, ha invece bisogno di un mix di soluzioni molto più ampio, che affronti i problemi con pragmatismo e senza ideologie, puntando alla massimizzazione dei risultati nel minor tempo possibile”. Per Unrae, un primo passo che l’Italia può fare per contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei, è rendere strutturale l’Ecobonus. C’è poi il tema, non secondario, del potenziamento delle infrastrutture di ricarica.
Ad affrontarlo è l’Associazione dei costruttori europei (Acea), che considera incongruente il piano varato da Bruxelles laddove indica in 3,5 milioni i punti di ricarica previsti nel 2030, mentre per raggiungere gli obiettivi di CO2 indicati ne servirebbero almeno sei milioni. Per quanto riguarda la diffusione di auto elettriche, con una quota del 9,4 per cento l’Italia supera solo la Spagna nei cinque maggiori mercati europei, mentre è ancora lontana dalla media del 18,7 per cento delle quattro principali nazioni. Il nostro paese arretra anche per quanto riguarda le auto ibride, scese al 27,4 per cento dal 28 per cento del mese precedente.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
L’Italia dell’auto vista dalla Cina? “Un meraviglioso Paese”. Il colosso cinese Chery approda in Italia. E mentre l’Europa riscopre il protezionismo, marchi (per ora) sconosciuti tessono alleanze strategiche.
La prima Alfa Romeo elettrica della storia punta tutto sul piacere di guida. Non è ancora l’addio ai fossili, ma per il marchio è una svolta epocale.
La Mini più grande della storia per la prima volta anche elettrica. La Countryman punta così a conquistarsi un ruolo di auto per la famiglia. Vediamo con che esito.
Dopo il trasloco del 2024 da Roma a Misano, il prossimo anno la Formula E non farà alcuna tappa nel nostro paese. È un addio o un arrivederci?
Le ibride nel mese guadagnano 5,4 punti e superano il 40% di share. Piacciono soprattutto suv e crossover, con Nissan Quashqai sul secondo gradino del podio; cosa offre il nuovo modello.
Chiamatele giardinette, familiari o shooting brake. Alternative a suv e crossover, cresce l’offerta di station wagon elettriche che uniscono praticità, stile ed efficienza. Come la Bmw i5 Touring
La mobilità elettrica sempre più una scelta strategica anche per le piccole imprese. Oltre ai vantaggi ambientali e i minori costi operativi, crescono i servizi offerti dai costruttori. Ultimo esempio quello di Ford.
I fondi per le auto elettriche sono terminati in meno di un giorno. Cresce l’interesse degli italiani ma in molti sono rimasti tagliati fuori dalla misura.