Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 75 https://t.co/NXSIsRItma
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) May 2, 2022
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Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto che consente a 4 centrali a carbone di andare al massimo e approva un nuovo inceneritore a Roma.
Il governo ha deciso di rafforzare temporaneamente la produzione di fonti fossili per far fronte alla crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina e alle sanzioni emesse contro la Russia che ora includono anche il blocco alle importazioni di petrolio. Inoltre, l’esecutivo dà il via libera alla costruzione dell’inceneritore a Roma, annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Roberto Gualtieri.
Sono queste due delle novità contenute dal decreto Energia approvato lunedì sera dal Consiglio dei ministri il cui obiettivo è far pesare meno sulla bolletta degli italiani l’aumento dell’energia. Nel comunicato emesso alla fine del Consiglio dei ministri, il governo annunciava laconicamente che “sono previste misure per incrementare temporaneamente la produzione da fonti fossili”.
Di fatto, il decreto spiega che “tenuto conto della situazione di eccezionalità che giustifica la massimizzazione dell’impiego degli impianti”, verranno derogate di almeno sei mesi le autorizzazioni integrate ambientali per permettere la massimizzazione di quattro centrali a carbone: quelle di Brindisi, Civitavecchia, Fusina e Monfalcone. Con questo provvedimento (che “qualora fosse necessario” potrà essere ulteriormente prorogato passati i sei mesi), il governo stima di mettere da parte 3 miliardi di metri cubi di gas.
Oggi il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, in una informativa alla Camera, ha spiegato che “questo piano consente di mantenere gli impegni di decarbonizzaizone del -55 per cento al 2030, perché e le maggiori emissioni da carbone con la massimizzazione del ricorso alle quattro centrali ancora attive “saranno compensato dalla decarbonizzazione ottenuta grazie alle energie rinnovabili e a minori consumi di gas”.
Sulle rinnovabili il governo si impegna a individuare ulteriori aree idonee ai fini dell’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, “e vengono ulteriormente semplificati i procedimenti relativi alla realizzazione degli impianti”. Inoltre “vengono introdotte misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo e per semplificare i procedimenti di autorizzazione per ammodernare le linee elettriche esistenti”.
L’altro nodo è “nascosto” nell’articolo sul Giubileo di Roma del 2025: infatti il decreto dice che “al fine di consentire le celebrazioni e prevenire criticità nella gestione dei rifiuti, il sindaco, già nominato commissario straordinario del governo, predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti della città, regolamenta le attività di gestione dei rifiuti, elabora e approva il piano per la bonifica delle aree inquinate, approva i progetti di nuovi impianti”. Di fatto, questo passaggio concede al sindaco di Roma poteri speciali per la gestione dei rifiuti, semplificando le procedure per la realizzazione del termovalorizzatore, o inceneritore che dir si voglia, da lui annunciato nei giorni scorsi.
Su questo punto, in particolare, il Consiglio dei ministri si è diviso: i ministri appartenenti al Movimento 5 stelle infatti non hanno votato il decreto perché contrari all’inceneritore.
Il decreto prevede poi la realizzazione di nuove unità galleggianti di rigassificazione, che saranno necessari per lavorare il gas liquido che arriverà in particolare dagli Stati Uniti, i quali si sono impegnati ad aumentare le forniture per consentire all’Europa, al fine di potenziare la sicurezza energetica nazionale e diversificare le fonti di approvvigionamento: le nuove unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione, nonché le connesse infrastrutture, per decreto “costituiscono interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”, per i quali saranno nominati uno o più commissari straordinari di governo.
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