Di Vincenzo, Isnart. L’estate 2021 con vacanze di prossimità e boom del cicloturismo

Intervista a Roberto Di Vincenzo, presidente dell’Istituto nazionale ricerche turistiche: ci muoveremo soprattutto in auto e in Italia, 4,7 milioni su due ruote.

Roberto Di Vincenzo è il presidente di Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche. Lo intervistiamo alla vigilia dell’esodo estivo per capire come saranno le vacanze degli italiani. Come avvenuto lo scorso anno, ci sposteremo soprattutto in auto e all’interno della nostra penisola. Il comparto è alle prese con una crisi che, a causa della pandemia, continua a non mollare la presa; eppure qualche segnale positivo si inizia a intravedere, anche sul fronte delle presenze straniere. La sicurezza è balzata al primo posto nella scelta della propria destinazione, mentre il cicloturismo continua a conquistare quote di mercato sempre più consistenti.

Roberto Di Vincenzo
Roberto Di Vincenzo, presidente dell’Istituto nazionale ricerche turistiche © Isnart

Lo scorso anno le vacanze degli italiani furono soprattutto di prossimità. Per l’estate del 2021 lo scenario è diverso?
Non molto, il turismo domestico continuerà a farla da padrone, anche se ci sarà un lieve incremento delle presenze straniere. E come lo scorso anno sarà soprattutto un turismo di prossimità: si vanno consolidando alcune relazioni storiche come quella tra il Lazio e l’Abruzzo. Questo perché si assiste a un forte ritorno del turismo giornaliero e dell’escursione, con partenza la mattina e ritorno a casa la sera stessa.

Il turismo internazionale è in ripresa?
Quest’anno si registra un incremento delle presenze straniere del 35 per cento rispetto al 2020, ma siamo ancora lontanissimi dai dati del 2019. Due anni fa le presenze straniere avevano addirittura superato quelle italiane, ora invece parliamo di un turismo domestico che si attesta all’82 per cento, contro il 18 per cento di viaggiatori che varcheranno i nostri confini.

Sempre lo scorso anno, complice la pandemia, gli italiani si spostarono soprattutto in auto.
Anche questa estate l’auto resterà il mezzo più usato per gli spostamenti. Ma stiamo assistendo a una ripartenza, sia pur timida, anche dei viaggi su treni, navi ed aerei.

L’auto resta il mezzo preferito per partire per le vacanze © Pixabay

Complessivamente, a quanto ammontano le perdite del comparto turistico rispetto al 2019?
Dobbiamo partire da una considerazione di base: il 2019 fu l’anno d’oro del turismo in Italia, con numeri che non si erano mai visti precedentemente. Quindi il crollo legato alla pandemia è stato ancora più fragoroso. In quell’anno la spesa complessiva fu di 32 miliardi di euro, 22 dei quali imputabili a turisti stranieri. Ad oggi le perdite ammontano a circa il 57 per cento.

Rispetto allo scorso anno si intravedono segnali di miglioramento?
I livelli di spesa estivi sono in leggero aumento, ma se analizziamo il 2021 nel suo complesso si nota addirittura un lieve calo. Questo perché la stagione turistica invernale è stata sostanzialmente azzerata per effetto delle restrizioni legate al Coronavirus.

Sul comparto pesa l’azzeramento della stagione turistica invernale © Pixabay

In che modo l’offerta turistica deve adattarsi alla “nuova normalità” imposta dal Coronavirus? Quanto pesa il tema della sicurezza nella scelta della destinazione?
Il tema della sicurezza è diventato prioritario per il 77 per cento dei turisti, superando addirittura il rapporto qualità/prezzo che si ferma al 75 per cento. Si tratta di una tematica che va affrontata anche dal punto di vista della sicurezza percepita, per cui è fondamentale una comunicazione efficace da parte degli operatori turistici che alimenti il rapporto di fiducia con la clientela. La “nuova normalità” imposta dalla pandemia ha contribuito inoltre a fa crescere l’attenzione verso mete a forte vocazione naturalistica, ancor più se non distanti dai grandi centri: è il caso, ad esempio, dell’Umbria e delle Marche.

Sempre a proposito di offerta turistica, negli ultimi anni è in continua crescita il fenomeno del cicloturismo: di che numeri e di quale volume di affari parliamo?
Nel 2020 si sono vendute due milioni di biciclette, una crescita legata agli incentivi governativi e all’evoluzione delle e-bike. Negli ultimi anni i cicloturisti sono aumentati del 175 per cento: siamo ormai a 4,7 milioni di viaggiatori che scelgono di muoversi in questo modo su un totale di 27 milioni di turisti, con 4 miliardi di spesa sui 23 complessivi. Nel mese di luglio dello scorso anno, le ricerche sul web con keyword “bici” aumentarono del 300 per cento rispetto al 2019.

Il cicloturismo è in continua ascesa © Fiab

Cosa chiede di diverso un cicloturista rispetto a un turista tradizionale?
Il cicloturismo è un segmento di grande importanza ma molto variegato al suo interno: c’è chi usa i mezzi a pedale come unico strumento di locomozione, c’è chi porta la bici in vacanza per fare escursioni e ci sono gli sportivi che pedalano per lunghi tratti su percorsi sfidanti, magari seguendo le più importanti competizioni nazionali. Parliamo quindi di target diversi che hanno esigenze diversificate. Ma ci sono delle richieste che accomunano tutti: segnaletica adeguata, attenzione alla sicurezza, facilità di accesso alle strutture alberghiere e servizi di prevenzione dei furti come cicloparcheggi.

Quali sono i territori italiani che si sono organizzati al meglio per accoglierli?
Il Trentino-Alto Adige è da sempre la regione più attiva dal punto di vista dell’offerta. E negli ultimi anni si sono mosse con decisione anche il Veneto e l’Emilia-Romagna, oltre ad alcune regioni del centro-sud. Ma è tutta l’Italia ad avere un potenziale straordinario: non penso solo alle piste ciclabili ma alle decine di migliaia di chilometri di strade comunali e provinciali scarsamente utilizzate che, con piccoli interventi di segnaletica e accordi con i comuni sui limiti di velocità, si possono sfruttare con queste finalità. Oltretutto i cicloturisti amano particolarmente questi tracciati incontaminati che consentono di restare a stretto contatto con il territorio. Le ciclovie sono importanti, ma hanno tempi e costi di realizzazione decisamente più elevati. In Abruzzo, una regione che potrebbe decuplicare la crescita del cicloturismo, si sta realizzando uno splendido percorso ciclabile lungo la costa dei Trabocchi con un intervento di soli sei mesi e un costo di 200mila euro.

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