
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
L’attore americano ha avuto un incontro a New York con il neo eletto presidente. Per convincere Trump ad occuparsi di cambiamento climatico e rinnovabili.
Si sono incontrati nella Trump Tower lo stesso giorno nel quale il neo eletto presidente degli Stati Uniti indicava il negazionista Scott Pruit come direttore dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente Epa).
Leonardo DiCaprio, accompagnato dal presidente dell’omonima fondazione Terry Tamminen, avrebbe consegnato al presidente Donald Trump un documento dettagliato sulle enormi potenzialità economiche che si avrebbero investendo in tecnologie pulite, nella riduzione delle emissioni e nella crescita delle energie rinnovabili.
“La nostra conversazione si è concentrata su come creare milioni di posti di lavoro americani e sicuri, nella creazione e nella gestione di una rete commerciale e residenziale di energia pulita e rinnovabile”, ha detto Tamminen una volta terminato l’incontro alla Cnn.
Potrebbe essere questa una delle poche carte buone in mano agli ambientalisti americani nella partita che si sta giocando nelle ultime settimane. Da una parte gli scettici sul cambiamento climatico e a favore di un futuro fossile, dall’altra chi sostiene (a ragione) che il futuro sia nelle rinnovabili. Sia per la ripresa e crescita economica (tanto invocata durante la campagna elettorale), sia per quanto riguarda la strada verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Thank you to all who watched #BeforetheFlood. You can still catch it on @NatGeoChannel On Demand. https://t.co/EhO532GO8T
— Leonardo DiCaprio (@LeoDiCaprio) 16 novembre 2016
“Voi siete l’ultima e la migliore speranza della Terra”, diceva DiCaprio di fronte ai rappresentanti dei 175 Paesi firmatari l’Accordo di Parigi, Stati Uniti inclusi. “E vi chiediamo di proteggerla, oppure noi insieme a tutte le cose viventi che amiamo siamo da considerare storia”.
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