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Uno studio pubblicato da Nature ha quantificato i decessi legati alle emissioni fuori norma dei diesel: 38mila. Gli abitanti di una città come Rovereto.
Non solo danni ambientali. Le conseguenze dello scandalo Dieselgate sulle emissioni inquinanti truccate, esploso negli Stati Uniti nel settembre 2015 e quindi allargatosi anche all’Europa, sono state quantificate anche da un punto di vista sanitario. Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nature ha infatti indicato in ben 38mila il numero di decessi prematuri in più che sarebbero attribuibili – solamente per il 2015 – alle emissioni supplementari di ossidi di azoto (NOx). Tanti quanti gli abitanti di intere città italiane delle dimensioni di Saronno o Rovereto.
I ricercatori – guidati da Susan Anenberg, dell’istituto Environmental Health Analytics di Washington in collaborazione con l’università del Colorado – hanno analizzato i dati relativi alle auto in circolazione negli undici maggiori mercati mondiali: Unione europea, Stati Uniti, Cina, India, Russia, Australia, Brasile, Messico, Canada, Giappone e Corea del Sud. Paesi nei quali si concentra oltre l’80 per cento delle vendite mondiali di nuovi veicoli diesel.
I risultati sono particolarmente allarmanti: secondo lo studio un mezzo pesante su tre e un veicolo leggero su due, tra quelli attualmente in circolazione, emettono un quantitativo di ossidi di azoto che supera i limiti imposti dalle normative dei paesi in questione. In particolare, riferisce il quotidiano Le Monde, in condizioni di guida reali le emissioni cumulate dei motori diesel, nelle undici nazioni analizzate, sono state pari ad oltre 13,1 milioni di tonnellate di NOx. Ed in particolare “4,6 milioni di tonnellate in più rispetto agli 8,6 milioni stimati sulla base delle misure effettuate in laboratorio”.
Lo studio americano ha indicato inoltre come, su un totale di circa 110 milioni di tonnellate di ossidi di azoto dispersi ogni anno nell’atmosfera terreste per “cause antropiche” – ovvero legate alle molteplici attività dall’uomo: dall’industria alla produzione di energia, fino all’agricoltura – circa 22,4 milioni derivano proprio dai veicoli diesel (stima relativa al mondo intero). La buona notizia è tuttavia che, si legge nel documento, “adottando e rafforzando standard ecologici più stringenti rispetto all’Euro 6”, le emissioni potranno scendere nettamente nei prossimi decenni. Viceversa, se i governi non agiranno in questo senso, il numero di decessi prematuri nel 2040 potrebbe arrivare a quota 174mila.
Nello scorso mese di marzo, inoltre, un altro studio – firmato in quel caso dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) – aveva stimato in 1.200 il numero di morti premature causate, in Europa, dalle sole vetture Volkswagen le cui emissioni di ossidi di azoto erano state alterate. Per lo stesso scandalo, negli Stati Uniti, la casa automobilistica tedesca ha dovuto sborsare 15 miliardi di dollari (13,6 miliardi di euro), a titolo di risarcimento per i danni provocati, in favore di un fondo gestito dall’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente.
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