
La Svezia ha annunciato la scoperta di un enorme giacimento di terre rare, fondamentali per la transizione verde e per le quali la Ue dipende dalla Cina.
Donald Trump ha deciso di imporre dazi doganali sui pannelli solari in arrivo dall’Asia. Una misura che potrebbe colpire duramente il settore delle rinnovabili negli Stati Uniti.
I pannelli solari provenienti dall’Asia, in arrivo negli Stati Uniti, saranno sottoposti d’ora in poi a pesanti dazi doganali. Una tassa del 30 per cento per i primi tre anni, che scenderà successivamente al 15 per cento. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è passato così dalle parole ai fatti: una misura ultra-protezionistica con la quale punta – teoricamente – a salvaguardare le produzioni americane.
https://www.youtube.com/watch?v=bnP2SJKWCII
Assieme ai pannelli solari, i diritti doganali saranno applicati anche sulle lavatrici: il 20 per cento sui primi 1,2 milioni di pezzi ad uso domestico, che salirà al 50 per cento per le importazioni ulteriori. La decisione è stata assunta, va detto, sulla base di una raccomandazione che è stata avanzata dall’International Trade Commission, organismo composto da deputati repubblicani e democratici.
Secondo Jeff Fettig, proprietario della fabbrica statunitense di elettrodomestici Whirlpool, “si tratta di una vittoria per i lavoratori e per i consumatori americani”. Il dirigente ha anche assicurato che i dazi consentiranno di creare nuovi posti di lavoro in Ohio, Kentucky, Sud Carolina e Tennessee. Ma c’è chi ritiene, al contrario, che la decisione possa comportare conseguenze non indifferenti per il mercato americano delle fonti rinnovabili.
Fondamentali nel processo di transizione energetica, infatti, i pannelli solari potrebbero andare incontro ad una crescita non indifferente del prezzo medio. Un fattore che potrebbe scoraggiare i consumatori. Il governo di Washington ha tuttavia deciso di ascoltare le lamentele di un’impresa in fallimento, la Suniva, e della filiale americana del gruppo tedesco SolarWorld. Entrambe le aziende avevano puntato il dito contro l’impennata delle importazioni di pannelli solari, in particolare provenienti dalla Cina.
Trump ha imposto dazi del 30 per cento sui pannelli solari importati negli Stati Uniti. È una decisione stupida, cattiva per la Terra e che colpirà l’industria, ma che in realtà è un passo indietro temporaneo. I pannelli rappresentano il 30 per cento del costo di un impianto, per cui i diritti doganali varranno il 10 per cento del totale. Ciò porterà indietro il costo al 2016. Al ritmo attuale di calo, in un anno e mezzo si tornerà ai prezzi attuali. Inoltre i diritti si applicano ai soli pannelli al silicio, non ad esempio al film sottile Ramez Naam
Secondo i dati forniti all’amministrazione di Donald Trump, il quantitativo di prodotti asiatici sul mercato degli Stati Uniti si sarebbe moltiplicato per sei negli ultimi cinque anni. Tanto da portare ad un crollo dei prezzi. Che forse ha colpito alcune imprese a stelle e strisce ma che ha senza dubbio fornito un impulso determinante al settore (del quale hanno giovato anche le imprese americane della filiera). Non a caso, la decisione del governo americano ha provocato la dura reazione dell’Associazione delle industrie dell’energia solare, secondo la quale la nuova politica ritarderà o impedirà la finalizzazione di stanziamenti per miliardi di dollari. E farà perdere al comparto delle rinnovabili 23mila posti di lavoro.
1. Trump today imposed 30% tariffs on silicon solar panels imported into the US. This is dumb and avaricious, and will hurt the solar industry in the US. But, at most, it’s a temporary speed-bump. Here’s why.
— Ramez Naam (@ramez) January 23, 2018
Meno negativa l’opinione di Ramez Naam – esperto di sistemi energetici e ambientali – secondo il quale occorre relativizzare l’impatto dei dazi e tenere presente che il settore sarà in grado di rispondere all’offensiva.
Occorrerà verificare, inoltre, quale sarà l’opinione in merito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Esiste infatti un precedente che potrebbe bloccare il piano di Donald Trump. La legge sulla quale quest’ultimo si è basato per invocare una “necessità di salvaguardia” del sistema produttivo americano risale infatti al 1974. Da allora, è stata utilizzata una sola volta: nel 2002 dall’allora presidente George W. Bush, per proteggere l’acciaio americano. Ma in quel caso Washington dovette fare marcia indietro, proprio perché il Wto censurò la decisione.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Svezia ha annunciato la scoperta di un enorme giacimento di terre rare, fondamentali per la transizione verde e per le quali la Ue dipende dalla Cina.
I crediti di carbonio sono acquistabili dalle aziende che vogliono investire in progetti green in maniera proporzionale al volume di inquinamento prodotto.
In Puglia è stato pubblicato un bando per l’accesso a un fondo perduto con la formula del reddito energetico. L’ importo massimo è di 8.500 euro.
Come possiamo risparmiare 450 euro all’anno sulla bolletta? Ecco alcuni suggerimenti per non sprecare energia.
NeN, venditore di energia pulita, condivide con LifeGate la battaglia per le rinnovabili. Per il gas ha scelto di aderire al progetto Impatto Zero®.
A mesi di distanza dal disastro ambientale delle Mauritius non si conoscono gli effetti sull’ecosistema marino. Greenpeace chiede trasparenza alle autorità coinvolte.
Secondo il Global Wind Energy Council, l’eolico sarà un elemento chiave per la ripresa economica dal Covid-19, contribuendo a creare milioni di posti di lavoro, energia rinnovabile e a prezzi accessibili.
Ha già iniziato a produrre elettricità il parco eolico Taiba N’Diaye. A pieno regime fornirà il 15 per cento in più di energia rinnovabile al Senegal.
Nuovo studio calcola che un quarto del fabbisogno di elettricità dell’Europa potrebbe essere coperto dal fotovoltaico su tetto. L’Italia tra i paesi col maggiore potenziale.