Cooperazione internazionale

Dove vanno i rifugiati, loro malgrado

Germania, Stati Uniti, Svezia, Turchia, ovviamente Italia. Questi sono i paesi che ogni anno ricevono il numero più alto di richieste di asilo da parte di migranti che lasciano il loro paese per raggiungere luoghi migliori dove rifarsi una vita. Ma ne esistono quattro, segnalati da Quartz, che stanno conoscendo un’ascesa fuori dal comune, con

Germania, Stati Uniti, Svezia, Turchia, ovviamente Italia. Questi sono i paesi che ogni anno ricevono il numero più alto di richieste di asilo da parte di migranti che lasciano il loro paese per raggiungere luoghi migliori dove rifarsi una vita. Ma ne esistono quattro, segnalati da Quartz, che stanno conoscendo un’ascesa fuori dal comune, con governi impreparati o politicamente poco disposti ad accogliere. Paesi dove sarebbe meglio che i migranti non andassero.

 

Cambogia

Il primo paese è la Cambogia. Negli anni Settanta centinaia di migliaia di persone sono scappate da qui per sfuggire dalla violenza e dalla repressione della dittatura dei Khmer rossi. Oggi migliaia di persone potrebbero approdare nel paese della regione dell’Indocina dopo essere stati respinti dall’Australia. I due paesi, infatti, avrebbero trovato un accordo per “spostare” verso la Cambogia circa 2.500 persone in fuga dalle isole del Pacifico per povertà e innalzamento del livello dei mari.

 

L’Australia è il paese che ha conosciuto l’aumento più consistente di richieste di asilo (54 per cento) nel 2013 arrivando a circa 24.300 secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Quasi quanto l’Italia.

 

La Cambogia, però, è uno dei paesi più poveri del Sudest asiatico. Nell’Indice di sviluppo umano dell’Onu, una classifica che misura lo standard di vita degli abitanti di 186 paesi, occupa la posizione 138. Questo significa che molti migranti rischiano di trovare una situazione uguale o peggiore di quella da cui stanno scappando.

 

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Ungheria

L’Ungheria è sempre stato un paese di passaggio per la sua posizione centrale nel continente europeo, ma mai come nel 2013 ha ricevuto un numero così alto di richieste di asilo (18.600 secondo le Nazioni Unite), tanto da arrivare tra i primi dieci paesi al mondo, dopo la Svizzera. L’aumento è dovuto soprattutto alla guerra civile in Siria. Il governo di Budapest, però, non è molto incline ad accogliere tanto che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto di migliorare le norme interne visto che i rifugiati vengono detenuti e molto spesso non vengono informati dei loro diritti. Inoltre le richieste di rilascio non vengono concesse: in un anno ne sono state approvate tre su ottomila.

 

Serbia

Il paese balcanico ha buttato fuori dai propri confini milioni di albanesi, verso la fine degli anni Novanta. Ma nel nuovo millennio c’è stata un’inversione di tendenza e ora migliaia di persone giungono in Serbia dall’Africa e dal Medio Oriente. Nel 2008 le richieste di asilo sono state 58, nel 2013, sempre secondo l’Onu, ben 5.100. Un po’ come in Ungheria, i richiedenti asilo non vengono accolti ma detenuti e i centri si riempiono troppo in fretta e non sono in grado di far fronte al numero di arrivi obbligando molti a dormire in tende all’aperto. Il peggio, però, si registra quando alcuni migranti vengono trasferiti in Macedonia o in Grecia. Da qui, molto spesso vengono semplicemente rispediti nei paesi di origine.

 

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Malta

La piccola isola del Mediterraneo ha il più alto tasso di richieste di asilo al mondo rispetto al numero di abitanti. 20,2 ogni mille. Stati Uniti e Germania hanno, rispettivamente un tasso di 1 e 3,5 ogni mille. Anche se il governo della Valletta può vantare, grazie all’esperienza maturata negli anni, uno dei sistemi di accoglienza più efficienti d’Europa, solo il 4 per cento delle decine di migliaia di richiedenti asilo hanno “vinto” lo status di rifugiato nel 2011. Gli altri hanno perlopiù passato fino a 18 mesi in carcere.

 

Nella mappa, in marrone gli stati che hanno registrato un aumento delle richieste di asilo nel 2013 (marrone chiaro tra il 50 e il 100 per cento, marrone più scuro superiore al 100 per cento). In verde gli stati che hanno registrato un calo.

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