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L’utilizzo delle energie rinnovabili, si sa, dovrebbe essere impiegato soprattutto nell’industria. Analizziamo le percentuali di utilizzo in Europa.
L’industria europea è un terreno fertile per
l’eco-tech. Lo conferma il rapporto sugli sviluppi
nel campo dell’innovazione ambientale, recentemente pubblicato
dalla Commisione Ue.
Le eco-industrie europee rappresentano il 2.1% del Pil dell?Ue e
circa un terzo del mercato mondiale dell’innovazione ambientale.
Senza contare che alcuni settori crescono in fretta.
Eolo docet. Il
mercato del vento è uno dei migliori esempi del
“made in Ue”. Per tre ragioni.
Uno: è un settore che deve buona parte del suo successo
ai progetti di ricerca e sviluppo finanziati dall’Unione
Europea.
Due: l’eolico è cresciuto del 20-25% negli ultimi cinque
anni.
Tre: la Germania, la Spagna e la Danimarca sono in pole position
quanto a capacità installata.
Il rapporto sottolinea, inoltre, che si possono ottenere notevoli
risultati con la diffusione di eco-tecnologie di nicchia. Un
esempio “lampante”: le
lampadine salva-energia corrispondono a meno del 3%
delle quote nel mercato europeo delle lampadine.
Un altro: la
plastica bio-degradabile è al di sotto
dell’1%!
Conclusioni? Il rapporto consiglia di promuovere le commesse
verdi, fissare degli obbiettivi per le prestazioni energetiche dei
prodotti, creare un osservatorio sull’eco-innovazione e concentrare
gli sforzi nei
settori più redditizi in termini ambientali:
vedi l’edilizia, l’alimentare e il trasporto privato, che sono
responsabili per il 70-80% delle emissioni totali.
Gianluca Cazzaniga
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