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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
In un futuro prossimo, la ricarica delle batterie delle vetture elettriche potrebbe non costituire più un problema, specie per i modelli ad autonomia estesa. Questa tipologia di auto, caratterizzata dall’adozione di un propulsore tradizionale (termico) incaricato esclusivamente di rigenerare le celle, come nel caso della recentemente rinnovata Bmw i3, potrebbe infatti beneficiare dell’apporto di un
In un futuro prossimo, la ricarica delle batterie delle vetture elettriche potrebbe non costituire più un problema, specie per i modelli ad autonomia estesa. Questa tipologia di auto, caratterizzata dall’adozione di un propulsore tradizionale (termico) incaricato esclusivamente di rigenerare le celle, come nel caso della recentemente rinnovata Bmw i3, potrebbe infatti beneficiare dell’apporto di un motore da aereo. Una rivoluzione tecnica che ha origine in Estremo Oriente e mira a conquistare i costruttori europei.
La start-up cinese Techrules, sussidiaria del gruppo specialista in tecnologie aerospaziali TXR-S, ha l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mondo della propulsione elettrica, dilatando in modo eccezionale la percorrenza media delle vetture a ridotte emissioni grazie alla ricarica a turbina delle batterie. Cuore del progetto Trev (Turbine Recharging Electric Vehicle) è un sistema ibrido – o meglio elettrico ad autonomia estesa, con il motore termico, come accennato, deputato esclusivamente alla rigenerazione delle batterie – forte di una micro turbina di derivazione aerospaziale che muove il generatore destinato alla ricarica delle celle che alimentano i propulsori elettrici. La turbina, nello specifico, raggiunge lo stratosferico regime di 96.000 giri/min, produce 36 kWh d’energia e pesa 100 kg, garantendo una ricarica completa in 15 minuti.
Le elevate prestazioni del sistema di ricarica a turbina sono rese possibili da raffinatezze tecniche che abbattono radicalmente gli attriti quali l’adozione di cuscinetti ad aria compressa anziché lubrificati per separare l’albero motore dai propri supporti e il ricorso a un campo magnetico per determinare l’esatta collocazione dell’albero motore stesso. Innovazioni cui si affiancano accumulatori altrettanto rivoluzionari, al litio-biossido di manganese, per un’autonomia dichiarata di 2.000 km. Un risultato sinora impensabile, specie considerando che ottenuto in abbinamento a due prototipi high performance quali i modelli Techrules AT96 e GT96. Sigle costituite dalle iniziali di Aviation Turbine e Gas Turbine che identificano rispettivamente una concept car da competizione con turbina alimentata mediante carburanti liquidi e una supercar stradale a trazione integrale con turbina a gas.
Forti della carrozzeria e della struttura monoscocca in carbonio, così da contenere il peso in 1.380 kg, le concept sportive Techrules possono contare su di un’autonomia di oltre 150 km in modalità puramente elettrica, vale a dire senza che la turbina entri in funzione per la ricarica delle batterie, e consumano mediamente 0,18 litri di benzina ogni 100 km. Saranno il futuro? I prossimi anni daranno risposta a questa domanda, dato che la factory cinese conta di passare dalla prototipazione alla produzione in piccola serie della supercar GT96, per poi dedicarsi a modelli più popolari grazie alla partnership con un costruttore europeo interessato alla tecnologia di rigenerazione delle celle.
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