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Un viaggio su e giù per la Penisola alla scoperta dei luoghi che celebrano la Pasqua tra tradizioni e riti storici, dal carro che scoppia di Firenze alla Madonna che scappa di Sulmona, dai diavoli di Prizzi ai quadri viventi di Città della Pieve fino ai Pasquali di Bormio. Pronti a partire?
Tra poco più di due settimane, il 27 marzo, si festeggerà Pasqua. La solennità più importante del Cristianesimo è anche una festa che si porta con sé, attraverso i secoli, riti e tradizioni che caratterizzano le celebrazioni in modo diverso in ogni parte d’Italia. Anche i giorni della Settimana Santa diventano così l’occasione per mettersi in viaggio e scoprire un pezzo della nostra penisola con i suoi costumi. Accendete i motori, o meglio, scegliete un ibrido (che vi fa risparmiare in benzina e che rispetta l’ambiente): si parte!
Avete mai visto la rappresentazione vivente di un quadro? Succede a Città della Pieve (Perugia) quando la domenica e il lunedì di Pasqua, nei sotterranei di Palazzo Orca, 40 figuranti ricreano scene della vita di Gesù (L’Ultima Cena, L’Orto del Getsemani, L’Ecce Homo, La Flagellazione, La Pietà sul Cristo Morto, La Resurrezione) ispirandosi alla tradizione pittorica italiana del ‘500-‘600. E non poteva che essere così in una città che ha dato i natali niente di meno che al Perugino.
Si chiama “Scoppio del carro” ed è una tradizione della città di Firenze che risale ai tempi della Prima Crociata. In piazza Duomo, alle 11, un carro a tre piani viene fatto esplodere con fuochi d’artificio e petardi circondato dalla folla e da gruppi di sbandieratori e guardie in costume. L’usanza deriva da una leggenda che narra che un crociato fiorentino ricevette in premio da Goffredo IV tre pietre del Santo Sepolcro che furono usate nei secoli per provocare una scintilla e accendere un fuoco novello, simbolo di nuova vita e segno della Resurrezione di Cristo. Il fuoco veniva poi portato alle famiglie del popolo tramite, appunto, un carro.
La morte e i diavoli a Prizzi, in Sicilia, indossano tute gialle e rosse e spaventose maschere di cartone. La domenica di Pasqua, saltando e agitandosi in una sorta di ballo, impediscono l’incontro tra la Madonna e il Cristo, portati in corteo. Al terzo tentativo, solo grazie all’intervento degli angeli che sconfiggono il Male, la Madre e il Figlio si possono finalmente abbracciare. Gli abitanti di Prizzi possono così festeggiare la Resurrezione con la “cannatedde”, un tipico dolce cucinato con pasta frolla e uovo sodo.
La mattina di Pasqua a Sulmona va invece in scena la rappresentazione della “Madonna che scappa in piazza”. La statua di Maria viene portata a spalla dalla Confraternita di Santa Maria di Loreto fuori dalla chiesa di San Filippo: quando, giunta in piazza Garibaldi, incontra la figura del Cristo risorto, viene spogliata del mantello nero (sotto ha una veste verde simbolo di rinascita) e portata di corsa incontro al Figlio in mezzo alla folla festante.
Gli artigiani di Bormio, in Valtellina, trascorrono buona parte dell’inverno lavorando alla costruzione dei carri di Pasqua, qui chiamati Pasquali. La Domenica Santa le portantine vengono portate a spalla per le vie del paese mentre gli abitanti sfilano indossando i costumi tipici. Quest’anno i carri rimarranno esposti in piazza del Kuerc fino alle 19 di lunedì 28 marzo.
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