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Con la tecnologia di Fili Pari la polvere di marmo, sottoprodotto delle cave, diventa un microfilm che conferisce stile e performance tecniche ai tessuti.
Indossare la pietra. Prendere un elemento freddo e pesante per trasformarlo in qualcosa di avvolgente, leggero e morbido. Avvicinare due materiali che sembrano lontanissimi, il marmo e i tessuti, fondendo le loro caratteristiche distintive, talvolta contrastanti. Da questa suggestione nascono le collezioni di Fili Pari, startup innovativa fondata da Francesca Pievani e Alice Zantedeschi, per valorizzare il territorio e le sue materie prime grazie all’intreccio di due filiere. Da un lato il marmo, che ha un ruolo chiave nella storia dell’arte del nostro paese; dall’altro lato la moda, altro settore fondante per il made in Italy. Un approccio legato all’economia circolare che tesse insieme innovazione e sostenibilità, qualità e saper fare.
La startup recupera la polvere di marmo dalle operazioni di cavatura e la utilizza come materia prima per creare Marm\more, un microfilm brevettato da applicare ai tessuti per dare loro nuove specifiche tecniche di grande interesse. I capi diventano infatti impermeabili, resistono al vento e all’abrasione e ritardano la fiamma, pur rimanendo morbidi al tatto. Le applicazioni del film Marm\more spaziano dal design (di interni ed esterni) all’automotive, fino alla realizzazione di capi d’abbigliamento e accessori.
Si tratta di un’attività di riciclo in cui viene reinserito in un processo produttivo un materiale di scarto che ha un grande valore sia a livello intrinseco sia a livello di cultura e tradizione, legato com’è alla nostra storia artistica. Un’innovazione tecnologica che acquista anche un forte significato narrativo e di creazione di consapevolezza.
Il progetto è nato sui banchi del Politecnico di Milano dove è stato anche incubato, e il nome è un acronimo di Ali e Fripi, i soprannomi delle due fondatrici, amiche e colleghe di studio. Per il suo approccio innovativo che permette anche di dare valore al sottoprodotto di un’industria particolarmente impattante per l’ambiente che la ospita, Fili Pari è entrata a far parte dell’ecosistema di startup naturalmente sostenibili di LifeGate Way.
I colori base della collezione Fili Pari sono quelli del marmo: nero, verde, bianco, giallo e rosso. La spalmatura brevettata infatti permette di utilizzare il marmo stesso come colorante, evitando la tintura dei tessuti con pigmenti chimici. Tonalità uniche, originali e naturali quindi, che provengono dall’anima più profonda della pietra. Abbiamo il marmo verde Alpi, proveniente dalla zona di Aosta; il giallo mori tipico delle montagne intorno a Trento; e il rosso Verona che si traduce in un brillante color salmone. Non può mancare il bianco, tipico del marmo di Carrara ma anche del carbonato di calcio della zona di Verona. È però il marmo nero ebano della zona di Bergamo il protagonista indiscusso della collezione, con il caratteristico effetto sale e pepe che dona ai capi.
I distretti con cui la startup collabora di più sono quindi Bergamo, Verona e Carrara, in una filiera a corto raggio che le permette di localizzare la produzione sul territorio. Fili Pari fornisce infatti la polvere di marmo direttamente a diverse aziende tessili partner. A proposito di tessuti, per rimanere in ottica zero waste e applicare ulteriormente i principi dell’economia circolare, il materiale tecnico Marm\more viene utilizzato in combinazione con morbide lane, esuberi di magazzino di grandi aziende di moda di altissima qualità, cotoni di recupero o materiali riciclati come il nylon certificato. Infine, quando i capi arrivano al termine della loro vita utile, è la stessa Fili Pari a farsi carico del programma di ritiro.
Tutto il ciclo di produzione, con il coinvolgimento di chi realizza la cavatura e la lavorazione della materia prima, viene incontro anche alla necessità di trovare soluzioni alternative alla problematica che questi attori incontrano nello smaltimento dei sottoprodotti del marmo, caratterizzati da alti costi e complessità elevata.
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