
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
L’ondata di caldo che ha colpito la Francia ha costretto la compagnia Edf a bloccare i reattori nucleari della centrale di Golfech, nella regione Occitania.
Il caldo estremo che si è abbattuto sulla Francia dapprima alla fine di giugno, quindi nella terza settimana di luglio, ha provocato gravi disagi su quasi tutto il territorio nazionale. E a patire non è stata soltanto la popolazione. Due reattori nucleari hanno dovuto infatti essere spenti a causa della canicola.
Il 22 luglio, la compagnia francese Edf ha deciso di sospendere la produzione di energia presso la centrale di Golfech (nel dipartimento di Tarn et Garonne, regione Occitania). I reattori hanno infatti bisogno di acqua fredda per potersi raffreddare e compensare l’energia termica che viene prodotta in eccesso rispetto a quella utilizzata per produrre elettricità.
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Nel caso della centrale di Golfech, essa è situata sulle sponde del fiume Garonne: è proprio da quest’ultimo che proviene l’acqua utilizzata per il raffreddamento, prima di esservi rigettata. “Noi – ha spiegato un dirigente all’emittente Europe 1 – sorvegliamo continuamente il livello della temperatura”. Essa, nel caso specifico, non deve superare i 28 gradi: al di là di tale livello, si rischia di compromettere l’equilibrio ambientale del fiume, incentivare lo sviluppo di vegetali acquatici e nuocere al processo riproduttivo dei pesci.
Avec la vague de chaleur, EDF a dû arrêter provisoirement les deux réacteurs de Golfech et un réacteur du Tricastin. “Solution” au réchauffement climatique pour ses partisans, l’atome serait-il menacé par le thermomètre ?https://t.co/Yaou5s7V6P
— Enercoop (@Enercoop_SCIC) July 27, 2019
Tale soglia è stata superata nelle settimane scorse e per questo è stato deciso di bloccare l’impianto. Mentre alla centrale di Tricastin si è deciso di diminuire la potenza, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Figaro. Non si tratta, tra l’altro, della prima volta che ciò accade. Nell’agosto del 2018, ad esempio, le temperature elevate imposero uno stop ai reattori delle centrali di Bugey, Saint Alban e Fessenheim. Proprio per via del surriscaldamento del Rodano e del Canale grande di Alsazia.
Deux réacteurs à l’arrêt à la centrale de Golfech : canicule et production nucléaire ne font pas bon ménage. Explications https://t.co/IGtZyCaaA8 pic.twitter.com/dx2kgYP8ID
— Sud Ouest (@sudouest) July 23, 2019
La radio France Info spiega inoltre – citando l’Istituto di radioprotezione e di sicurezza nucleare (Irsn) – che “nel cuore di una centrale, le temperature elevate possono, in caso di equipaggiamenti sotto-dimensionati, compromettere il funzionamento della ventilazione e la capacità di raffreddamento dei sistemi di sicurezza”. Nel 2003, ad esempio, “le temperature massime di riferimento, fissate negli anni Settanta, furono superate. Per questo furono rivisti e rafforzati i sistemi di raffreddamento. Ma ciò non è sempre sufficiente. Nel corso dei suoi test decennali di sicurezza, Edf è stata perciò costretta a rivedere i livelli termici di riferimento”.
Da parte sua, l’Irsn chiede di aggiornarli alle previsioni climatiche dell’Ipcc, in particolare per i reattori più potenti. “Durante i periodi di canicola – aggiunge France Info – i gruppi elettrogeni di soccorso rappresentano dei materiali essenziali per la sicurezza in caso di incidente. Ma il loro funzionamento potrebbe risultare alterato dalle temperature esterne”.
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La domanda che ci si pone in Francia è perciò: come potrà il parco nucleare adattarsi ai cambiamenti climatici, che renderanno queste ondate di caldo sempre più intense e sempre più frequenti? E, ammesso che ci sia modo di fronteggiarle, quanto costeranno questi interventi sulle centrali? Interrogativi che, per ora, non hanno risposte definitive.
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