
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
In Francia i ristoranti sono obbligati a offrire una doggy bag ai clienti che la chiedono. Nel resto d’Europa questa pratica non è vista benissimo, ma le cose stanno cambiando.
Con il 2016 in Francia è entrata in vigore una nuova legge contro lo spreco di cibo. Anche se nel mondo si produce più cibo di quello necessario a sfamare tutti gli abitanti, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) la fame è uno dei problemi più difficili da risolvere. La nuova legge obbliga i ristoranti con più di 180 coperti a dare ai clienti che la richiedono una doggy bag, una schiscetta, un contenitore per portare a casa gli avanzi del proprio pasto. Un’indagine territoriale condotta dal governo nel 2014 rivela che sebbene tre quarti dei francesi siano aperti all’idea delle doggy bag, il 70 per cento di essi non si è mai portato gli avanzi a casa. Il governo francese ha intenzione di ridurre la quantità di cibo che finisce nella spazzatura ogni anno, pari a sette milioni di tonnellate. Oltralpe 3,5 milioni di persone dipendono dai pasti gratuiti distribuiti dalle organizzazioni benefiche.
Sembra che i Romani abbiano iniziato a introdurre questa pratica nel Sesto secolo: avvolgevano gli avanzi in fazzoletti puliti e consideravano scortese chi non lo faceva perché si pensava che questi non apprezzassero il cibo. Durante il Medioevo la pratica si evolse e gli avanzi venivano dati ai cuochi, poi ai domestici di rango inferiore e infine ai mendicanti.
La doggy bag è un fenomeno comune negli Stati Uniti, per lo meno dagli anni Quaranta, quando, durante la guerra, la scarsità di cibo era all’ordine del giorno e chi possedeva un animale da compagnia veniva esortato a nutrirlo con gli avanzi. Durante gli anni Settanta diventò una pratica ancora più comune grazie al successo delle catene di fast food. Oggi si considera più educato chiedere se il cibo si può “portare via” (in inglese “carry out”) o di avere “una scatola da asporto”, invece di chiedere una doggy bag. Anzi, sono addirittura i camerieri a domandare se si vuole portare a casa il cibo, risparmiando ai clienti l’imbarazzo di chiederlo.
Anche se sono più reticenti, i britannici seguono l’esempio americano, forse per compensare la grande quantità di cibo che viene sprecato ogni anno nel loro paese, ossia più di 14 milioni di tonnellate, secondo Eurostat. Anche se qui è perfettamente legale richiedere una doggy bag, l’associazione ristoranti sostenibili (Sustainable restaurant association, Sra) ha rivelato che un quarto dei clienti si imbarazza a chiederla e che il 24 per cento crede che sia contro le norme igieniche e di sicurezza. Ma in realtà sta ai ristoranti che offrono il servizio prendere le precauzioni necessarie e mettere la data sui contenitori e dare istruzioni su come conservare e riscaldare il cibo in modo sicuro.
In India, in Cina, in Malesia, nelle Filippine e in Sudafrica quella della doggy bag è una pratica comune anche nei ristoranti di lusso, dove si usano confezioni sofisticate. Anche se le doggy bag non sono illegali in Europa, è raro che qualche cliente le richieda, soprattutto per motivi culturali. Gli chef non sono contenti se il loro squisito “coq au vin” viene messo in un contenitore e riscaldato nel microonde il giorno dopo. I ristoranti rivendicano il fatto che il cibo viene preparato per essere ordinato e mangiato sul posto e che le porzioni sono adeguate, non enormi come quelle servite negli Stati Uniti. I clienti non si sentono a loro agio nel chiedere le doggy bag perché si pensa che chi lo fa sia taccagno, maleducato o addirittura rozzo: gli europei considerano il cibo rimasto nei piatti come scarti, non avanzi, e quindi è scortese chiedere di portare gli scarti a casa.
Tuttavia gli europei stanno cominciando a essere più consapevoli sullo spreco di cibo forse perché secondo le Nazioni Unite un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato ogni anno oppure a causa della crisi economica che li ha colpiti negli ultimi anni. In tutto il continente si stanno realizzando doggy bag migliori per cercare di vincere la reticenza culturale nei confronti di questa pratica. Campagne come Doggy Bag – Eat your Leftovers in Italia, Gourmet Bag – C’est si bon je finis à la maison! in Francia e Too Good to Waste nel Regno Unito hanno in mente lo stesso obiettivo: quello di promuovere questa abitudine nuova e sostenibile. Quindi, la prossima volta che vai al ristorante, riduci la tua impronta ecologica e pensa a quanto saranno deliziosi gli avanzi il giorno successivo.
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