
La produzione di idrogeno è variegata quanto i colori dell’arcobaleno. Quali sono le prospettive reali del suo impiego nell’immediato futuro? Lo abbiamo chiesto a un esperto.
Un’esplosione è stata registrata nella mattinata del 9 febbraio presso la centrale nucleare di Flamanville, in Francia. Escluse fughe radioattive.
Attorno alle 10 di mattina di giovedì 9 febbraio un’esplosione ha scosso la centrale nucleare di Flamanville, in Francia, dove da anni è in costruzione un nuovo (e contestato) reattore Epr. Secondo quanto riportato dalla stampa transalpina, il rischio di fughe radioattive sarebbe stato scongiurato.
La deflagrazione – che è avvenuta in una sala macchine e non nella porzione nucleare del sito – avrebbe tuttavia provocato l’intossicazione di cinque uomini, le cui condizioni non sarebbero tuttavia gravi. Jacques Lepetit, sindaco del comune di Les Pieux, il più vicino alla centrale, ha fatto sapere al quotidiano 20 Minutes di aver incontrato il direttore del sito dopo l’incidente, il quale ha assicurato che «la fuoriuscita di fumo è stata bloccata» e che «le operazioni sono sotto controllo». Ciò nonostante, è stato dispiegato «un ingente quantitativo di uomini e di mezzi di soccorso».
Leggi anche: Tutto quello che c’è da sapere sull’energia nucleare e perché non ha futuro
La costruzione del nuovo reattore nella centrale francese è da tempo nel mirino degli ambientalisti francesi, che sottolineano tra le altre cose i gravi ritardi accumulati e i costi altissimi del progetto. Questi ultimi sono infatti triplicati rispetto alle previsioni iniziali, raggiungendo e superando i 10 miliardi di euro. A ciò si sono aggiunte poi aspre polemiche legate ad alcune componenti bocciate dall’Autorità per la sicurezza nucleare, in quanto difettose.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La produzione di idrogeno è variegata quanto i colori dell’arcobaleno. Quali sono le prospettive reali del suo impiego nell’immediato futuro? Lo abbiamo chiesto a un esperto.
L’Autorità per la sicurezza nucleare francese ha concesso l’ok a proseguire la costruzione del reattore Epr di Flamanville. Greenpeace: “Contraddittorio”.
Il reattore nucleare di Flamanville è di nuovo nel mirino delle autorità di controllo. Uno stop definitivo potrebbe risultare fatale per l’intera filiera.
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Ad aprile, il Portogallo ha registrato il 51% di produzione elettrica da energie rinnovabili. Un record assoluto. Successo analogo anche in Spagna.
L’accusa è quella di aver contribuito consapevolmente alla crisi climatica. Eni rigetta le accuse. La società è criticata anche per i nuovi giacimenti.
Il Cdm italiano approva la realizzazione di 13 nuovi impianti ad agrivoltaico nel sud Italia. Dall’altra parte continua a sostenere il gas fino al 2028.
Da ottobre a marzo, le rinnovabili hanno coperto il 40% della produzione energetica contro il 37 da fossili. È la prima volta che accade in Europa.
Le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 50,3 per cento dei consumi finali, in Germania, nel primo trimestre dell’anno in corso.