
Uno studio governativo ha spiegato che la stragrande maggioranza della Grande barriera corallina è colpita dal fenomeno dello sbiancamento.
Dopo il successo della petizione L’affaire du siècle, quattro ong ecologiste depositano un ricorso contro il governo della Francia per “inazione climatica”.
Il contatore, nella pagina della petizione online, segna due milioni e 157mila sostenitori. L’iniziativa “L’affaire du siècle” (La questione del secolo), lanciata in Francia da quattro organizzazioni non governative per chiedere al governo di Parigi di agire nella lotta ai cambiamenti climatici, ha ottenuto un successo straordinario. Tanto da convincere a depositare nei confronti dell’esecutivo guidato dal conservatore Édouard Philippe una denuncia formale.
“Nous sommes dans un État de droit, l’État peut être condamné à agir.” @CecileDuflot pour @oxfamfrance #LAffaireDuSiecle sur @franceinter pic.twitter.com/vyXlGzBKTN
— L’affaire du siècle (@laffairedusiecl) 14 marzo 2019
Nella giornata di oggi, giovedì 14 marzo, le quatto associazioni – Oxfam, Greenpeace, Notre affaire à tous e la Fondazione Nicolas Hulot – presenteranno il ricorso presso un tribunale di Parigi. Sulla scorta di quanto già effettuato nei Paesi Bassi dalla ong Urgenda, che è riuscita a far condannare il proprio governo a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra.
Proprio queste ultime rappresentano il cuore della petizione L’affaire du siècle. La Francia, nonostante il presidente Emmanuel Macron abbia sempre manifestato il proprio sostegno formale alla lotta ai cambiamenti climatici, non ha fatto seguire alle parole i fatti. Nel corso del 2017, infatti, le emissioni non soltanto non sono diminuite, ma sono perfino aumentate del 3,2% rispetto all’anno precedente.
Leggi anche: I cittadini vincono la battaglia. I giudici obbligano i Paesi Bassi a salvare il clima
Secondo l’Osservatorio Clima Energia, già nel 2016 lo scarto tra obiettivi annunciati e risultati era stato estremamente preoccupante. Le emissioni avrebbero dovuto essere limitate a 447mila tonnellate equivalenti di CO2. Si è arrivati invece a 458,2 migliaia. Una tendenza che nel corso del 2017 si è ulteriormente aggravata, con oltre 466mila tonnellate, rispetto alla promessa di non superare le 437mila. Il che significa un +6,7% rispetto agli obiettivi prefissati.
Anche per questa ragione, nello scorso mese di agosto, l’allora ministro della Transizione ecologica Nicolas Hulot ha rassegnato le dimissioni. Spiegando in una lunga intervista tutta la propria delusione rispetto all’azione del governo. “Non voglio più mentire a me stesso”, aveva affermato. Aggiungendo senza mezzi termini: “Non intendo più far pensare che la mia presenza al governo significhi che siamo sulla buona strada”.
Leggi anche: Nicolat Hulot, ministro della Transizione ecologica francese, lascia il governo
Da parte sua, il governo ha risposto nel corso del mese di febbraio con una lettera, affermando come a suo avviso la Francia sia già all’avanguardia nel mondo sul tema dei cambiamenti climatici. Un’affermazione che non ha convinto le associazioni, che hanno deciso di avviare formalmente la battaglia giuridica.
Climate justice litigation against French government. The case is filed today – We’re asking Paris Tribunal: to recognize 1) the State obligation to act against climate change, 2) its failures & to issue 3) an Order to act @greenpeacefr @CJ_Greenpeace https://t.co/uA6Nav6IYt — Laura Monnier (@Legal_campaign) 14 marzo 2019
“Sono anni che cerchiamo di insistere affinché vengano adottate le misure necessarie. Occorreva trovare uno strumento legale e dal grande impatto per far sì che la mobilitazione andasse al di là dei nostri militanti abituali”, ha spiegato Noélie Coudurier, responsabile della campagna per conto di Oxfam.
Leggi anche: 12 anni per agire o il clima impazzirà
Anche per questo le associazioni hanno deciso di depositare la denuncia alla vigilia di un fine settimana di mobilitazione mondiale per il clima. Che comincerà domani con l’ennesimo venerdì di sciopero degli studenti e proseguirà sabato con le Marce per il clima che verranno organizzate in tutto il mondo. “La nostra azione legale – precisano i sostenitori dell’iniziativa – non è simbolica. È storica”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Uno studio governativo ha spiegato che la stragrande maggioranza della Grande barriera corallina è colpita dal fenomeno dello sbiancamento.
Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale e del Met Office ci stiamo avvicinando sempre più alla soglia degli 1,5 gradi.
La California sta attraversando un’ondata di siccità estrema. Per questo, le autorità hanno ordinato ai residenti di dimezzare l’acqua usata per irrigare.
Era un attivista per il clima e si chiamava Wynn Bruce. Si è dato fuoco per protesta a Washington.
Le due nazioni stanno fronteggiando un’ondata di caldo eccezionale. Si attendono anche “tempeste di polvere bollente”.
Le inondazioni in Sudafrica hanno provocato centinaia di morti e almeno 354 milioni di euro di danni. E il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Dopo una storia millenaria, le vestigia della Mesopotamia (nell’odierno Iraq) potrebbero soccombere ai cambiamenti climatici.
Più di 45 milioni di persone vivono nelle zone degli Stati Uniti in cui è confermata una grave allerta meteo, con il rischio di tornado e allagamenti.
L’ultimo capitolo della trilogia del clima scritta dall’Ipcc ci dà ancora 3 anni di tempo per salvarci, poi saremo fossili.