
Con Sergio Savaresi del Politecnico di Milano ripercorriamo sviluppi e futuro dell’auto autonoma, un viaggio che conduce dritto nel prossimo decennio.
Si chiama Automated valet parking, si trova nel Museo Mercedes di Stoccarda ed è il primo sistema di parcheggio autonomo autorizzato in cui l’auto (se connessa) manovra da sola.
Stoccarda, parcheggio del Museo Mercedes-Benz. Una coppia arriva, scende dall’auto e, al posto di perdere tempo per cercare un posto libero e parcheggiare l’auto sui vari piani di un tipico “silos”, smartphone alla mano semplicemente chiede all’auto di parcheggiarsi da sola. Il progetto, frutto della collaborazione fra Bosch che fornisce l’infrastruttura e Daimler che ci mette la tecnologia dei veicoli, è stato presentato per la prima volta nel 2015. Sperimentato concretamente nel 2017, oggi la novità è che il progetto del primo parcheggio autonomo ha appena ottenuto il via libera ufficiale delle autorità che ne rende possibile – seppur a precise condizioni e in forma sperimentale – l’utilizzo.
A dare il via libera, dopo lunghe e complesse valutazioni del TÜV (ente di certificazione tedesco), è stata l’autorità amministrativa regionale di Stoccarda che, in collaborazione con il Ministero dei trasporti del Baden-Württemberg ha reso realtà uno dei primi passi verso la guida autonoma, ossia senza pilota a bordo. Il primo sistema di parcheggio autonomo autorizzato in Europa si trova nel garage del Museo Mercedes-Benz di Stoccarda. Il servizio di Automated valet parking è accessibile tramite app e non richiede la presenza a bordo di un guidatore.
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“La guida e il parcheggio senza conducente sono elementi portanti della mobilità del futuro. Il sistema di parcheggio autonomo dimostra quanta strada abbiamo già fatto “, ha dichiarato Markus Heyn, membro del board di Bosch. “L’approvazione da parte delle autorità crea un precedente per l’impiego futuro di servizi di parcheggio negli autosilo di tutto il mondo”, ha aggiunto Michael Hafner, responsabile delle tecnologie di guida e di guida autonoma di Daimler AG.
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Valutare la sicurezza operativa della tecnologia e dell’infrastruttura è stato l’obiettivo principale per ottenere l’autorizzazione all’uso reale del parcheggio autonomo. In particolare la rilevazione dei pedoni e delle altre auto da parte del veicolo a guida autonoma e la certezza del suo arresto in caso di ostacolo, entrambi fra i temi più importanti da risolvere perché la guida autonoma diventi davvero realtà.
Come funziona il parcheggio assistito? Basta lasciare l’auto nell’apposita postazione e impartire il comando attraverso l’app sullo smartphone. Il veicolo si sposta autonomamente fino a raggiungere il parcheggio assegnato, senza la necessità che qualcuno sia seduto al posto di guida. Stessa cosa al ritiro dell’auto, che tornerà da sola al posto in cui la si era lasciata. E’ possibile sperimentare questa “magia” con la propria auto? Purtroppo non ancora, nemmeno a Stoccarda. Perché il tutto funzioni serve infatti una complessa interazione tra l’infrastruttura intelligente del garage, fornita da Bosch, e modelli di auto Mercedes dotati di speciali equipaggiamenti, non ancora disponibili sulle auto di serie.
In questa fase di test, Bosch e Mercedes-Benz utilizzano infatti delle “normali” berline Classe E equipaggiate con cambio automatico, servosterzo elettrico, controllo della stabilità e altri sistemi Adas già disponibili oggi su molte auto. La modifica principale risiede in un software aggiuntivo e nella connessione WiFi al sistema di controllo del garage; in caso di perdita di segnale l’auto è progettata per fermarsi immediatamente. È probabile che passeranno ancora diversi anni prima che funzionalità come queste vengano rese disponibili a tutti. Ma la guida autonoma con tutta probabilità comincerà proprio da luoghi chiusi e protetti come un parcheggio custodito, sarà in luoghi così che sperimenteremo i primi esempi di guida autonoma.
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