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Uno studio di Clean Cities calcola gli impatti positivi delle giornate senza auto sulla salute delle persone e sull’economia, in tempo di crisi energetica.
Le giornate senza auto non migliorano solo la salute pubblica, ma possono contribuire anche ad arginare la crisi energetica che attanaglia l’Europa da alcuni mesi. Qualità dell’aria più elevata, spazio pubblico concesso alle persone piuttosto che alle macchine, riduzione delle importazioni di migliaia di barili di petrolio: sono questi gli effetti immediati dei car-free days secondo uno studio commissionato dalla Clean Cities Campaign, una coalizione europea di oltre 60 Ong, associazioni ambientaliste e organizzazioni della società civile che punta a una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030.
Basata su un campione di città europee, la ricerca evidenzia come ogni giornata senza auto nei centri urbani permetterebbe di risparmiare tra le 76.000 e le 133.000 tonnellate di petrolio equivalente, qualora fosse istituita in tutte le grandi città del continente sopra i 200.000 abitanti. Prendendo a riferimento lo scenario di maggiore efficacia della misura, ciò si tradurrebbe in una riduzione di ben 932.000 barili di petrolio: una cifra compresa tra il 4 per cento e l’8 per cento del consumo medio giornaliero totale nei paesi europei, considerando anche il Regno Unito.
Al contempo sono evidenti le ricadute positive sul fronte della salute dei cittadini, considerando che l’inquinamento atmosferico causa ogni anno 300.000 morti premature in Europa. Domenica 18 settembre a Bruxelles è stata organizzata la prima giornata senza auto della stagione, con riduzioni del biossido di azoto superiori al 90 per cento rispetto a una giornata media infrasettimanale. In sostanza, nell’ottica della Clean Cities Campaign i car-free days sono la misura più efficace per ridurre in maniera considerevole il numero di auto sulla strada, ancor più di un uso intensivo dello smart working.
Al di là delle ricadute positive, si tratta di una soluzione ben vista dai cittadini europei. Un recente sondaggio condotto dall’associazione ha dimostrato come tra i gli abitanti di Varsavia, Bruxelles, Barcellona, Parigi e Londra, il 62 per cento approverebbe l’istituzione di giornate senz’auto a cadenza regolare, in particolar modo in un periodo caratterizzato dalla crisi energetica aggravata dalla guerra in Ucraina. “Le giornate senz’auto – spiega Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities – ci offrono un’anteprima di come le nostre città potrebbero essere se dessimo più spazio alle persone e meno alle auto. Oltre che essere un utile strumento per ridurre la nostra domanda di petrolio, i car-free days sono l’occasione per porre la questione di come dobbiamo ripensare le nostre città per renderle luoghi vivibili per tutti e all’avanguardia della lotta per un clima stabile”.
Il 22 settembre scorso, in occasione del World car free day, l’Onlus Cittadini per l’aria ha invitato i dirigenti scolastici e le associazioni dei genitori a partecipare alla giornata con il proprio istituto, lasciando a casa l’automobile: un’iniziativa simbolica per dimostrare che un modello di mobilità differente è possibile. Per la presidente Anna Gerometta “i car-free days sono un modo efficace per rispondere alla crisi energetica in corso. Parallelamente, però, i governi e gli enti locali devono lavorare per offrire una vera alternativa allo spostamento in auto, come un sistema di trasporto pubblico più diffuso, forme di mobilità condivisa, più spazi per biciclette e pedoni. Un percorso fondamentale non solo per la salute delle persone, ma anche per raggiungere l’obiettivo emissioni zero fissato per il 2050”. Mettere in pratica modelli di spostamento differenti serve innanzitutto a difendere la salute dei bambini, che sono i soggetti più esposti agli effetti dannosi dell’inquinamento; tra i più giovani infatti, ogni aumento delle concentrazioni di 10 microgrammi al metro cubo (µg/m3) di biossido di azoto, determina un incremento del 9 per cento delle infezioni respiratorie acute.
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