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Uno studio del Politecnico di Milano certifica l’ascesa della mobilità condivisa, mentre il prezzo frena la piena diffusione delle auto a batteria.
Crescono la mobilità in sharing, i veicoli elettrici disponibili sul mercato italiano e le infrastrutture di ricarica, ma al contempo il prezzo di vendita continua a rappresentare il principale ostacolo al pieno sviluppo delle auto alimentate a batteria. Sono gli aspetti principali che emergono dalla sesta edizione dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.
Nel nostro paese nel 2021 auto e monopattini in condivisione hanno visto aumentare sia i noleggi che le distanze percorse. Ciò nonostante un calo del 9 per cento del parco auto circolante e del 20 per cento del numero di bici in sharing disponibili, mentre è proseguita inarrestabile la crescita di scooter (+19 per cento) e monopattini (+26 per cento). Di certo la mobilità in sharing si sta diffondendo in maniera sempre più capillare nelle principali città italiane e avrà un ruolo crescente in termini di impatto diretto o indiretto sulla decarbonizzazione.
Questo perché, da un lato, un veicolo di proprietà viene utilizzato in media solamente per il 5-10 per cento della sua vita utile, permettendo evidenti opportunità di maggiore sfruttamento con un uso condiviso. Dall’altro lato, i veicoli in sharing sono in alta percentuale elettrici: nel 2021 le auto alimentate a batteria hanno raggiunto il 27 per cento del totale circolante in condivisione e le biciclette elettriche il 43 per cento, mentre sono tutti elettrici gli scooter e i monopattini.
Passando all’offerta del mercato, in Italia i modelli di auto elettrica disponibili sono sempre più numerosi e performanti. La fotografia scattata a metà del 2022 parla di quasi 170 modelli diversi, un dato in aumento del 44 per cento in un anno e addirittura del 93 per cento rispetto al 2020; quelli ibridi plug-in (103) sono ancora più numerosi degli elettrici puri (65), che però hanno visto una crescita percentuale più consistente.
Negli ultimi tre anni il prezzo medio di vendita degli ibridi plug-in è aumentato, ma al contempo è cresciuto il chilometraggio percorribile in elettrico, in particolare nei veicoli di segmento medio. Per quanto riguarda invece gli elettrici puri, nello stesso periodo all’aumento dell’efficienza di ricarica, del chilometraggio medio percorribile e della potenza di ricarica massima accettata dai veicoli, si è accompagnato un calo del prezzo medio.
Eppure è proprio il costo iniziale da sostenere a rappresentare ancora il principale freno alla diffusione di massa di auto meno inquinanti: il 70 per cento di chi si interessa all’acquisto di un mezzo elettrico viene poi dissuaso dal prezzo elevato. Di contro, nove su dieci che hanno fatto il “grande salto” sono soddisfatti e non tornerebbero a un veicolo tradizionale.
Questo anche perché – è l’ultimo elemento centrale della ricerca – l’infrastruttura di ricarica cresce percentualmente in Italia più che nel resto del mondo. Soprattutto quella ad accesso privato che, trainata dall’ ecobonus, ha segnato nel 2021 un più 250 per cento, con ben 88.000 nuovi dispositivi installati che hanno fatto salire il totale a circa 130.000 unità. Decisamente diverso è il quadro riguardante i punti di ricarica ad accesso pubblico di tipo rapido e ultra-rapido in ambito autostradale: a luglio di quest’anno si contavano solo 250 stazioni, oltretutto distribuite in modo non omogeneo tra le varie regioni italiane.
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