Grecia, Mitsotakis vince le elezioni ma vuole un nuovo voto per la maggioranza assoluta

Il partito conservatore Nea Dimokratia vince in Grecia ma il premier uscente Mitsotakis vuole tornare al voto: con la nuova legge elettorale avrà la maggioranza assoluta.

  • Nea Dimokratia, il partito del premier uscente, ottiene il 41 per cento alle urne, battendo Syriza.
  • Mitsotakis però rinuncerà a formare una coalizione per tornare al voto il 25 giugno.
  • Tra un mese, con la nuova legge elettorale, con gli stessi voti otterrà la maggioranza assoluta dei seggi.

Le elezioni politiche che si sono tenute in Grecia nello scorso weekend hanno dato un responso chiarissimo, ma non abbastanza da evitare che si torni nuovamente al voto tra poco più di un mese, il 25 giugno. Una situazione paradossale venutasi a creare per il fatto che il premier uscente Kyriakos Mitsotakis, leader del partito conservatore Nea Dimokratia, è stato nettamente il più votato, sconfiggendo la sinistra dell’ex premier Alexis Tsipras e del suo partito Syriza, ma non è riuscito a superare la soglia del 50 per cento che gli avrebbe consentito di governare da solo, senza dover ricorrere a coalizioni con altre forze politiche.

Nea Dimokratia, infatti, ha raccolto il 41 per cento dei consensi, Syriza il 20 per cento, i socialisti del Pasok l’11 per cento, l’ex ministro delle Finanze del governo Tsipras, il roccioso Yanis Varoufakis, l’uomo che al governo si schierò contro le politiche di austerità proposte dall’Europa, durante la rinegoziazione del debito pubblico della Grecia nel 2015, appena il 2,4.

Consultazioni senza speranze

Un po’ come prevede il sistema italiano, Mitsotakis ha ricevuto l’incarico di iniziare le consultazioni, che possono durare fino a 3 giorni, per trovare una maggioranza in grado di avere i numeri sufficienti (almeno 151 seggi in Parlamento) per formare un governo. Nell’immediatezza della vittoria, Mitsotakis ha spiegato che “la speranza ha vinto il pessimismo e l’unità sulla divisione: sono orgoglioso, sono anche commosso, perché sento molto pesante la responsabilità che mi carica sulle spalle una percentuale così impressionante. Prometto di lavorare ancora più duramente per onorare la tua fiducia”. Nonostante questo il premier uscente ha già fatto sapere che non utilizzerà tutti i suo tre giorni a disposizione, e che ben presto tornerà a rimettere il mandato esplorativo alla presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou. E visto che neanche Tsipras, cui come secondo arrivato spetterà il secondo tentativo, riuscirà a formare un maggioranza, in Grecia si dà già per scontato che la presidente sarà costretta a sciogliere un Parlamento di fatto mai nato e indire nuove elezioni.

Mitsotakis lascia e raddoppia

Una mossa incomprensibile, quella di Mitskotakis? Tutt’altro. Il leader di Nea Dimokratia, semplicemente, ha scelto di rinunciare a una vittoria incontestabile oggi per ottenere un trionfo domani, e governare da solo, senza più o meno scomodo alleati di coalizione. Durante la legislatura appena trascorsa, infatti, il Parlamento greco ha approvato una modifica alla legge elettorale che prevede un sostanzioso premio di maggioranza al primo partito, in maniera da rendere più stabili i prossimi esecutivi: la nuova legge elettorale però non era valida per la tornata elettorale di ieri, ma solamente dalla prossima (una prassi utilizzata per evitare che le modifiche alle leggi elettorali siano pensate prettamente a vantaggio del partito in quel momento in maggioranza).

In pratica, se il voto del 25 giugno replicasse esattamente l’esito odierno, Nea Dimokratia con lo stesso numero di voti conquisterebbe più del 50 per cento dei seggi parlamentari, riuscendo così a formare un governo monocolore. E tutto lascia intendere, spiega in un editoriale il quotidiano greco Kathimerini, di orientamento moderato, che il successo ottenuto ieri da Mitsotakis sia facilmente bissabile a fine giugno.

Secondo Kathimerini, infatti, pur avendo governato una fase difficilissima per la Grecia, presa come tutti gli stati europei prima dall’emergenza Covid e poi da quella legata al conflitto ucraino, Mitsotakis “è riuscito a non deludere chi l’aveva votato alle ultime elezioni, concentrandosi sempre su una narrazione positiva e sul futuro, a differenza del suo avversario, Tsipras, che ha investito su una comunicazione più critica e allarmista: si è confermata la regola che i cittadini votano in base alle aspettative sul futuro e meno in base a ciò che è accaduto o non è accaduto in passato”. La sinistra, inoltre, paga “la sua frammentazione e il non essere stata capace di portare un’unica voce e un’unica proposta”. E nessuno, al momento, è disposto a scommettere che qualcosa cambierà da qui a un mese.

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