Perquisiti gli uffici di Dws (Deutsche Bank): avrebbe presentato come “verdi” e “sostenibili” degli investimenti che non avevano le giuste credenziali.
Martedì 31 maggio gli agenti della BaFin, l’autorità che vigila sui mercati tedeschi, hanno fatto irruzione nelle sedi di Deutsche Bank e della sua società di gestione del risparmio, Dws.
Il colosso bancario tedesco e la sua controllata sono sospettati di aver mentito sulle credenziali ambientali, sociali e di governance (Esg) degli investimenti proposti.
Le indagini sono ancora in corso, ma il danno d’immagine è già rilevante. Si è dimesso il numero uno di Dws, Asoka Wöhrmann.
Nella mattina di martedì 31 maggio gli agenti della BaFin, l’autorità che vigila sui mercati tedeschi, hanno fatto irruzione nelle sedi di Deutsche Bank e della sua società di gestione del risparmio, Dws. L’obiettivo? Verificare se, come sostengono alcune fonti, il colosso tedesco abbia mentito in merito alle credenziali ambientali, sociali e di governance (Esg) degli investimenti proposti. In una parola, se abbia fatto greenwashing.
Di cosa sono sospettate Deutsche Bank e Dws
Dws è uno dei principali asset manager al mondo, con 859 miliardi di dollari in gestione al 30 giugno 2021. Fino al 2018 era parte di Detusche Bank, da cui è diventata indipendente attraverso una ipo (offerta pubblica iniziale) alla Borsa di Francoforte: il gruppo bancario tedesco ne resta comunque l’azionista di maggioranza.
A leggere il bilancio 2020, più della metà delle masse gestite da Dws poteva essere ritenuta “sostenibile”. Nello specifico, i criteri Esg erano incorporati in asset dal valore complessivo di 396 miliardi di euro; a essi si aggiungevano i fondi specificamente dedicati a questo segmento, per un valore di 94 miliardi di dollari.
Alcune indiscrezioni riportate dalla stampa, e confermate da un whistleblower (cioè un delatore interno), sostengono tuttavia che i fattori Esg siano stati presi in considerazione soltanto in una minoranza degli investimenti. Prove che le autorità tedesche ritengono “fattuali” e “sufficienti” per giustificare l’avvio di un’indagine. Da qui gli accertamenti disposti dagli inquirenti, con cui Deutsche Bank e Dws hanno assicurato di voler collaborare.
In pratica, se i sospetti fossero confermati, l’istituto avrebbe cercato di presentare sotto una veste verde i propri investimenti, andando incontro alla crescente sensibilità da parte dei consumatori. Si sarebbe però trattato soprattutto di una mossa di marketing che non trovava conferma nell’effettiva selezione dei titoli. In parallelo, già da qualche mese la Securities and exchange commission (l’equivalente statunitense della nostra Consob) sta indagando sullo stesso tema, sulla scia delle rivelazioni di una ex-dirigente (poi licenziata), Desiree Fixler.
Deutsche Bank’s embattled DWS CEO Asoka Woehrmann resigned hours after a police raid at the asset manager, the culmination of months of controversy surrounding the executive.https://t.co/h1GyBVPyb9
Saranno le autorità competenti a decidere se l’ipotesi sia fondata o meno. Quel che è certo è che si tratta di un duro colpo per la reputazione di Deutsche Bank e della sua controllata: e lo dimostra il fatto che il numero uno di Dws, Asoka Wöhrmann, abbia dato le dimissioni. A prendere il suo posto sarà Stefan Hoops, dirigente di lungo corso di Deutsche Bank.
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