Gruppo DESA pubblica il suo primo bilancio di sostenibilità

Gruppo DESA, storica realtà italiana nel ramo della detergenza e cura della persona, formalizza il suo impegno per la sostenibilità.

  • Gruppo DESA, storica realtà italiana nel campo della detergenza e cura della persona, ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità.
  • Una tappa di un percorso che ha visto l’integrazione della strategia Esg nel piano industriale.
  • Il Gruppo sta lavorando per abbattere l’impatto ambientale di prodotti e processi salvaguardando la sicurezza, la qualità e le performance.

L’industria dei detergenti ha un ruolo di tutto rispetto nell’economia dell’Unione europea: nel 2020 raggiungeva un valore di mercato di 41,2 miliardi di euro, con circa 700 siti di produzione disseminati nel Continente. È anche un settore delicato, in cui i parametri di sicurezza – in termini sanitari e ambientali – devono essere rigorosi. Non a caso, Consiglio e Parlamento europeo hanno da poco raggiunto un accordo provvisorio sull’aggiornamento del regolamento su detergenti e tensioattivi: tra gli aspetti su cui lavorare ci sono la biodegradabilità di pellicole e sostanze, la riduzione del fosforo, la vendita di prodotti sfusi e ricariche. Mentre la macchina istituzionale si muove, ci sono aziende che fanno la loro parte per migliorare la propria impronta ambientale e sociale, comunicando in modo trasparente gli obiettivi raggiunti e gli impegni per il futuro. Come il Gruppo DESA, che ha appena pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità.

Il primo bilancio di sostenibilità di Gruppo DESA

Gruppo DESA è una realtà italiana la cui storia affonda le radici nella Brianza dei primi del Novecento. Oggi è un gruppo che conta tre società produttive e cinque società commerciali, per un fatturato complessivo di 467 milioni di euro nel 2024 (di cui il 28 per cento registrato all’estero) e 525 dipendenti. Alle persone risulta familiare soprattutto per marchi come Chanteclair (con la linea Vert che punta su ingredienti di origine naturale), Spuma di Sciampagna, Quasar e Sauber.

Per il Gruppo questo è il primo bilancio di sostenibilità, redatto su base volontaria seguendo gli standard europei Esrs (European Sustainability Reporting Standards). Un documento che prende in analisi le politiche di sostenibilità intesa nelle sue tre dimensioni – ambientale, sociale e di governance (Esg) – e che si inserisce in un percorso di integrazione della strategia Esg nel piano industriale. “Negli ultimi tempi abbiamo compiuto passi importanti sia dal punto di vista ambientale che sociale e quindi ci è sembrato naturale fare un bilancio trasparente, con numeri e obiettivi chiari per raccontare all’esterno quello che stiamo facendo. Negli ultimi due anni inoltre la governance della nostra azienda si è consolidata maggiormente, creando le basi per una rendicontazione seria e più strutturata”, conferma a LifeGate il direttore Esg Fabrizio Foglia.

impianto fotovoltaico gruppo desa
L’impianto fotovoltaico sul tetto dello stabilimento Si.Ste.M di Sant’Agata Bolognese © Gruppo DESA

Dalla plastica all’energia, così si abbatte l’impatto ambientale della produzione

Per un comparto come quello della detergenza, l’impegno per un modello di sviluppo più rispettoso del pianeta passa innanzitutto dalle attività di ricerca e sviluppo. Tra gli oltre novanta progetti portati avanti da Gruppo DESA nel 2024, il focus è sulla formulazioni biodegradabili, sull’aumento della concentrazione dei detersivi liquidi e sulle misure per rendere più leggeri e riciclabili i flaconi. Il fiore all’occhiello in questo senso è la linea Vert di Chanteclair che deve seguire un disciplinare ad hoc improntato sulla sostenibilità, validato da un ente di certificazione indipendente.

A determinare l’impatto ambientale, però, non sono solo i prodotti. Altrettanto importanti sono i processi. Da qui la scelta di ampliare l’impianto fotovoltaico sul tetto dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese, in modo tale da autoprodurre ancora più energia pulita, e dismettere la storica torre di atomizzazione presso lo stabilimento di Seregno (operazione che ha fatto calare del 16 per cento i consumi di gas naturale rispetto al 2023). Si sta per concludere, inoltre, un importante progetto che consentirà di avere un inventario delle emissioni di gas serra del Gruppo e di definire una strategia strutturata per la decarbonizzazione.

La sfida che il Gruppo affronta, e che nel comparto chimico è tutt’altro che banale, è quella di garantire la qualità, le performance e la sicurezza dei prodotti rinunciando ove possibile alle sostanze pericolose e alleggerendo l’impronta ambientale. Da qui il progetto per abbattere – fino ad azzerare – la presenza di 1,4-diossano nei tensioattivi, un sottoprodotto che desta preoccupazioni per i potenziali effetti sugli ecosistemi acquatici e sulla salute. Anche gli scarti, grazie all’innovazione, possono tornare a essere risorse: da qualche anno l’azienda è in grado di estrarre le essenze aromatiche rimaste nelle acque di lavaggio della linea detersivi, concentrarle e valorizzarle per dare loro nuova vita. Un esempio concreto di economia circolare.

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