
La produzione di idrogeno è variegata quanto i colori dell’arcobaleno. Quali sono le prospettive reali del suo impiego nell’immediato futuro? Lo abbiamo chiesto a un esperto.
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Hawaiian electric, il principale fornitore di energia elettrica delle isole Hawaii, ha annunciato un piano per fornire il 100 per cento di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2045. Si chiama Integrated grid plan: a pathway to a clean energy future e comprende un programma per ridurre gli ostacoli alle installazioni sui tetti dei privati, soprattutto per i cittadini a basso reddito.
La società fornisce elettricità al 95 per cento della popolazione, composta da 1,4 milioni di abitanti. Dal 2010, come dichiara la società stessa, la quantità di energia elettrica generata da fonti rinnovabili è triplicata, raggiungendo il 32 per cento del totale, in larga parte grazie ai cosiddetti “customer Der”, ovvero i sistemi privati di produzione di energia pulita (ad esempio i pannelli fotovoltaici) collegati alla rete pubblica.
Come si fa a rendere più sostenibile la produzione energetica nazionale? Incentivando i proprietari di case a installare pannelli e batterie di accumulo. Questo è l’obiettivo del piano, che intende aggiungere alla rete 3,7 gigawatt, pari a 50mila pannelli solari sui tetti e 125mila sistemi di accumulo.
In questo modo, Hawaiian electric punta a ridurre del 70 per cento, rispetto ai livelli del 2005, le emissioni di CO2 derivanti dalla generazione di energia elettrica entro il 2030 e eliminando 540 Mw di generazione basata sui combustibili fossili.
Il processo verso una rete elettrica nazionale sostenibile ed efficiente è iniziato nel 2018. Oltre al solare, Hawaiian electric ha previsto lo sviluppo dell’energia geotermica, l’idrogeno da rinnovabili, biomassa, biocarburanti e la conversione dell’energia termica oceanica. Attraverso questa diversificazione, l’intento è quello di aumentare la resilienza della rete e la sua capacità di rispondere agli eventi estremi.
La diffusione delle rinnovabili nelle Hawaii è stata sicuramente favorita dagli alti costi di trasporto del carbone e del petrolio utilizzati nelle centrali elettriche, che hanno reso il solare un’opzione economicamente più conveniente. Ma il successo di questo piano finora è stato garantito dagli impianti dei privati, opportunamente incentivati.
Intanto, sempre Hawaiin electric ha annunciato la riconversione della seconda più grande centrale a carbone del paese, che diventerà una centrale di produzione di idrogeno e biodiesel. Lo stato federale deve ancora approvare il progetto di conversione ma intanto anche altri impianti di combustibili fossili delle Hawaii sono in fase di trasformazione: la Aes corporation, società che gestiva una centrale elettrica a carbone ora chiusa a Oahu, ha affermato che potrebbe trasformare il sito in una fattoria di accumulo di energia che utilizza batterie per immagazzinare l’energia generata da energia solare ed eolica.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La produzione di idrogeno è variegata quanto i colori dell’arcobaleno. Quali sono le prospettive reali del suo impiego nell’immediato futuro? Lo abbiamo chiesto a un esperto.
Ad aprile, il Portogallo ha registrato il 51% di produzione elettrica da energie rinnovabili. Un record assoluto. Successo analogo anche in Spagna.
L’accusa è quella di aver contribuito consapevolmente alla crisi climatica. Eni rigetta le accuse. La società è criticata anche per i nuovi giacimenti.
Il Cdm italiano approva la realizzazione di 13 nuovi impianti ad agrivoltaico nel sud Italia. Dall’altra parte continua a sostenere il gas fino al 2028.
Da ottobre a marzo, le rinnovabili hanno coperto il 40% della produzione energetica contro il 37 da fossili. È la prima volta che accade in Europa.
Le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 50,3 per cento dei consumi finali, in Germania, nel primo trimestre dell’anno in corso.
Digiwatt è uno strumento per misurare i consumi energetici della propria casa o azienda. Perché la transizione energetica dipende dalla consapevolezza.
Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un metodo rivoluzionario per riutilizzare il silicio estratto dai pannelli solari usati.
Mentre il numero di impianti di energia rinnovabile cresce in Europa, due regioni importanti come Lazio e Sicilia vogliono bloccare eolico e fotovoltaico.